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lunedì 2 gennaio 2012

IO TRA DÌ LORO cap 2 “Menage a trois”

Il nostro manage a trois durava ormai da due anni, Lucio continuava a fare finta di non accorgersi di niente, anche se ormai era evidente e persino tra i vicini di casa circolava qualche pettegolezzo su di noi.
Marisa era decisamente diventata più bella e sexy andava più spesso dal parrucchiere si vestiva in modo più provocate senza cadere mai nel volgare, rimaneva sempre una donna di classe.
Con Lucio suo marito era diventata autoritaria, severa inflessibile mentre invece con me era sempre più arrendevole, disponibile aperta a tutte le mie richieste.
Ci vedevamo regolarmente un paio di volte a settimana e poi nei week end, Lucio al momento giusto trovava una scusa per lasciarci soli, ma tutto fino ad allora sembrava semplicemente la storia di due amanti che approfittano di un marito distratto che ogni tanto sparisce. 
Marisa era sempre più calda e passionale, sempre pronta a soddisfare tutte le mie voglie, nella foga dei nostri rapporti travolgenti molto spesso mi diceva frasi tipo
-Sono la tua schiava, ti appartengo. Era una delle sue frasi preferite.
Ma anche.
-Sei il mio signore e padrone, devo a te la mia felicità.
Regolarmente poi io raccontavo nei minimi particolari a Lucio cosa succedeva tra me e sua moglie, a volte quando eravamo soli davanti ad una birra o per telefono o via e-mail.
Era stato lui a presentarmela due anni prima con questo scopo, io avevo risposto al suo annuncio su un sito specializzato.
Marito 38 enne al insaputa della moglie 34 enne, cerca uomo che sappia corteggiarla e renderlo cornuto, niente è scontato in quanto lei è al oscuro di tutto.
Una sera a sorpresa avvenne la svolta, fu Marisa a compiere un gesto assolutamente inatteso, mi ha voluto lavare i piedi, io ero imbarazzassimo anche se la cosa mi eccitava molto.
-Ti sto dando una prova d’amore. Mi disse
-Chi lava i piedi è schiavo e io adesso sono tua schiava per amore.
Mi disse con una tranquillità sconcertante visto la bizzarra situazione.
La cosa ancora più sorprendente ed eccitante allo stesso tempo era che Lucio era presente, ho notato che si era eccitato e allora ho deciso di entrare nella ruolo del dominatore che Marisa mi stava chiedendo con quel gesto.
-Hai sentito cosa ha detto tua moglie?
-Si Gianni. Mi rispose Lucio farfugliando.
-Si padrone, devi rispondere.
Disse con un modo deciso e secco Marisa.
-Non stare li impalato come un cretino, vai a prendermi un asciugamano che devo asciugare i piedi al nostro padrone.
La frase arrivo come una frustata a Lucio e a me come una carezza che aumentò spropositatamente la mia eccitazione.
Lucio ubbidì e pochi secondi dopo arrivò con un grande e morbido asciugamano bianco in mano, si inginocchiò anche lui ai miei piedi e porse l’asciugamano a Marisa che dolcemente cominciò ad asciugarmi i piedi, quando ebbe finito me li baciò con devozione.
Mi chinai su di lei le presi la testa tra le mani e ci baciammo a lungo sulla bocca con la lingua e profonda passione, Lucio era li ancora in ginocchio e vedeva tutto in silenzio, la cosa mi eccitativa ancora di più, per la prima volta era chiaro come il sole quello che sarebbe stato d’ora in avanti il nostro rapporto, Io sarei diventato il maschio dominate, il loro padrone.
Mi sono alzato in piedi e ho fatto alzare anche Marisa che mi baciava stando in ginocchio, l’ho abranchiata prendendola per i fianchi e l’ho guidata fino in camera da letto.
-Vieni a vedere come scopa un vero uomo. Disse Marisa rivolgendosi al marito.
Ci siamo sdraiati sul letto dove per la verità in quei due anni ne avevamo già fatto di tutti i colori, ho ordinato a Lucio di mettersi in ginocchio ai piedi del letto con le mani dietro la schiena e restare li in quella posizione fino al nuovo ordine, senza toccarsi, lui rispose semplicemente.
-Si padrone.
Ho cominciato a penetrare Marisa prima con un ritmo lento e con molta calma poi sempre più veloce e con più vigore spingendolo dentro con forza fino alla radice, non era una scopata come tutte le altre era molto di più era la mia consacrazione a dominatore assoluto.
Lei ansimava mugugnava e il rapporto diventava sempre più furibondo, muoveva il bacino freneticamente spingendolo in avanti, la passione con qui si dava non era minimamente paragonabile alle volte precedenti.
Cominciò a gridare
-Vienimi dentro ti prego, ti scongiuro riempimi del tuo seme, mi piace sentire il tuo sperma che mi inonda.
Mentre si inarcava per prenderlo fino in fondo, esplosi mugugnando dentro di lei che aveva le lacrime agli occhi dal piacere provato.
-Grazie padrone e stato bellissimo, ti adoro sono tua tua tua, dai Lucio ringrazialo anche tu sbrigati.
Ordinò al marito
-Grazie padrone. Disse lui
-Forza sbrigati cornuto, ripulisci tua moglie con la lingua. Le ordinai.
Docilmente ubbidì.

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