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lunedì 24 dicembre 2012

IO TRA DÌ LORO cap 6

Io e Marisa ci stavamo baciando sulla bocca, mentre Hilda me lo stava succhiando con passione.
Le due donne mi avevano svestito mentre io le palpavo e frugavo nelle loro cosce. A un certo punto fermai Hilda e tirai fuori il pene eretto dalla sua bocca, dolcemente Marisa me lo prese in mano e lo guidò nella fighetta di Hilda.
Ho incominciato a scoparla mentre Marisa ha iniziato a passarmi la lingua nel sedere, l’eccitazione era cosi forte che dopo pochi minuti Hilda ha avuto un orgasmo che sembrava infinito tra rantoli di piacere e lunghi sospiri ha cominciato a sussurrarmi.
-Ti prego padrone vienimi dentro, riempimi -. Disse Hilda.
-Schiava sai che questo è un onore che dovrai meritarti.
-Vi giuro padrone che saprò meritarmi questo immenso onore, vi servirò come nessuno vi ha mai servito, non avrò mai nessuna esitazione neanche davanti all' ordine più umiliante, mi piegherò senza discutere -.
Marisa sentendo come si umiliava la sua amica tedesca, intensificò il lavoro della sua lingua nel mio sedere e, poco dopo, sono esploso dentro Hilda emettendo un ruggito.

Dopo la cena di qualche mese prima a casa di Lucio e Marisa, anche Hilda e Patrizio erano diventati miei schiavi, ormai avevo un vero harem, avevo le donne a mia completa disposizione e non dovevo fare altro che dare qualche ordine ai mariti, felici di essere cornuti sottomessi e umiliati.
Lucio ormai da tempo non aveva più nessun rapporto sessuale con sua moglie Marisa, gli concedevo di sfogarsi solo con una bambola gonfiabile che avevo comprato a Parigi durante un viaggio con Marisa, che lui stesso ci aveva pagato.
Mentre io e sua moglie ci scambiavamo effusioni sul loro letto matrimoniale, doveva gonfiare la bambola, poi mentre io facevo l’amore con sua moglie, lui ai piedi del letto lo infilava nella bambola di gomma e si agitava fino a quando mi chiedeva:
-Padrone posso venire? -
A quel punto gli davo il permesso di venire, poi doveva ripulire con la lingua la bambola del suo stesso sperma.. quello era, ormai, il suo unico sfogo sessuale.
Patrizio invece lo facevo stare fuori dalla porta socchiusa a sbirciare i miei rapporti con la sua bellissima moglie tedesca, oppure lo usavo come sedia mentre sua moglie mi faceva un pompino.
Spesso ci trovavamo tutti e quattro nella casa di campagna di Patrizio e Hilda, come in quell'occasione.

Ci siamo addormentati tutti è tre, io e le due donne nel letto matrimoniale di Patrizio e Hilda, gli uomini si erano sistemati invece nella camera di fianco.
La mattina alle nove puntali i mariti, come due solerti camerieri, arrivarono a portarci la colazione a letto.
Le due donne si diedero da fare, spalmandomi la marmellata sul pane a zuccherandomi il caffè... insomma mi viziavano in tutti i modi. Finita la colazione entrambe si sono messe sul letto in ginocchio con la testa sul cuscino e il sedere offerto.
Dovevo solo scegliere quale delle due possedere, sotto gli sguardi dei mariti. Prima però ordinai a Patrizio di portarmi il gatto a nove code che mi avevano regalato lui e Hilda.
Cominciai ha percuotere i glutei delle mie schiave, ad un certo punto dopo pochi colpi Marisa mi supplicò di incularla. Lei si aprì le natiche con le mani ed io, con un colpo secco, la penetrai. Lei emise solo un gridolino e cominciò subito a dimenarsi per agevolarmi l’entrata poi, quando stavo per venire, dissi a Hilda:
-Vieni a prendermelo subito in bocca -.
Lei velocissima arrivò, vogliosa di non sprecare neanche una goccia, a pulirmi bene l’uccello.
Che momenti mi sentivo davvero un sultano nel suo harem

sabato 1 dicembre 2012