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venerdì 16 novembre 2012

DEPRAVAZIONE 4




Lorena, tutte le mattine, andava in ufficio nuda sotto la gonna.
Arturo le aveva vietato di mettere biancheria intima. Per gran parte della giornata lavorava molto seriamente ed era talmente concentrata su quello che stava facendo che si dimenticava persino dell’ indecenza del suo abbigliamento ma quando Arturo la chiamava nel suo ufficio dicendole la parola d’ordine “Pratica esse” lei sapeva cosa doveva fare.
Appena entrata doveva richiudere la porta dell'ufficio, poi si faceva scivolare la gonna ai piedi, cominciava a toccarsi e accarezzarsi un po’ il pube, finché lui non le ordinava:
-Vai sotto la scrivania -.
Lorena, scivolava docilmente sotto la scrivania e gli slacciava la patta, gli tirava fuori l’uccello e cominciava a leccarglielo e a prenderlo in bocca. A volte lui con il piede nudo le accarezzava il ventre e la fica mentre lei lo spompinava, quasi subito Lorena iniziava a godere, gemendo.
-Succhiami schiava, vuotami i coglioni -.
Le gridava.
Lei inghiottiva completamente la verga trattenendo il respiro e lo
aspirava con tutte le sue forze.
Quando lui veniva, lei inghiottiva tutto il suo seme, scossa da brividi di godimento.
Un sera tornando dall'ufficio Arturo si fermò in un'edicola, tornò con in mano una rivista e, risalendo in macchina, la diede a Lorena.  
- Questa è per il cornuto, cosi si sfoga con qualche pippa -. Disse ridendo.
Arrivati a casa, dopo essere entrati, Lorena chiamò Riccardo e gli disse.
-Arturo, ha una sorpresa per tè -.
Arturo tirò fuori dalla tasca interna del giaccone “playboy” e disse a Riccardo:
-Dai cornuto sfigato guardati queste donnine che tanto non le avrai mai -.
Lo fece sedere sul divano gli ordinò di abbassarsi i pantaloni e gli diede la rivista.
- Dai cornuto sfigato, facci vedere che ti fai una sega e che vieni guardando le tette delle donne su playboy -.
Riccardo si mise a sfogliare la rivista e dopo poco cominciò a masturbarsi mentre Arturo e Lorena seduti sul divano, al suo fianco, ridevano forte e si baciavano. Lui la palpava dappertutto.
Appena Riccardo ebbe finito Arturo gli disse:
– Ora guarda come godiamo noi -.
 Lorena si sollevò la gonna e abbassò le mutandine, Arturo tiro fuori il cazzo e cominciò a penetrarla con forza.
- Coglione, guarda come si scopa una donna, lui si che sa come si fa! Lo sai che dopo aver scopato con lui è impossibile godere con te! E' proprio giusto che tu sia cornuto -.
A quel punto Arturo disse a Lorena di girarsi. Lei ubbidì e lui cominciò ad incularla e mentre lo faceva ordinò a Riccardo di leccarle la figa, da dove aveva appena estratto il suo cazzo.
Arturo cominciò a pronunciare frasi umilianti rivolte ad entrambi i coniugi
- Siete mie schiavi, faccio quello che voglio di voi. Lorena tu sei la mia schiava troia, la mia puttana e tu, segaiolo coglione, sei il mio schiavo cornuto -.
Lorena ebbe due orgasmi mentre Riccardo continuava a leccarla, eccitatissimo, e Arturo continuava a sbatterla. Lei sentiva il fuoco nella figa e, stravolta, urlava di piacere. Poi, con tono umile, Lorena lo pregò di godere dentro di lei. Lui continuò con calma e dopo poco aumentò il ritmo spingendolo il più in fondo possibile.
Lorena ormai non sapeva più le volte che era venuta fino a quando, finalmente, lui le eiaculò nel culo inondandola del suo sperma.
-Adesso leccala dietro e ripuliscila bene, coglione -. Ordinò in modo duro e spazzante a Riccardo.
-Si subito Padrone -. Rispose Riccardo, il cornuto.

venerdì 2 novembre 2012

VENDETTA 5

Loredana e Nadia cominciarono subito a vivere come vere signore a mie spese. 
Ediz frequentava regolarmente casa nostra ed era l’amante ufficiale di Loredana, la possedeva con forza e per lungo tempo, io li guardavo mentre facevano sesso e devo confessare che vedere Loredana raggiungere l’orgasmo era bellissimo, il suo viso assumeva una smorfia di piacere che mi eccitava incredibilmente.
Quando annunciai a Loredana che, per dimostrarle quanto l’amassi, volevo intestarle il ristorante, lei fu trionfante ed orgogliosa di se stessa, convinta che il suo fascino ormai mi avesse soggiogato per sempre e mi avesse completamente in pugno.
Quello che, invece, non sapeva era che da tempo tutti gli incassi del ristorate finivano su un mio conto privato di cui nessuno era a conoscenza e non pagavo più ne tasse ne fornitori, questi ultimi continuavano comunque a rifornirmi perché vedevano che il ristorante era sempre pieno e speravano che prima o poi avrei pagato.
-Andiamo subito dal notaio, voglio fare di te una donna ricca e felice al più presto.- Le dissi.
-Bravo maritino, prima però vieni qui che questa volta voglio ricompensarti per quello che stai facendo per me.-
Mi trascinò in camera. Cominciai a leccarle i seni e lei si bagnò quasi subito, si tolse il vestito poi mi tirò fuori il pene, se lo infilò in bocca e cominciò a pomparmi come una furia tanto che ci è voluto poco tempo prima che le eiaculassi in bocca.
Poi le ho ordinato di mettersi a quattro zampe, le ho aperto la vulva con i due pollici, mi sono soffermato qualche secondo a contemplarla poi le ho infilato un dito nel culo, lei ha avuto un gemito di piacere ed allora mi sono appoggiato ai suoi fianchi e le ho infilato l’uccello spingendo con tutto il mio peso, Loredana ha emesso un sospiro e ha cominciato a muoversi seguendo il mio ritmo e a lanciare gridolini, ho accelerato il ritmo come un pazzo e ho finito eiaculando dentro di lei.

Nadia volle a tutti i costi venire con noi dal notaio. Sua figlia diventava la proprietaria del ristorante dove per tanti anni aveva lavorato come sguattera. Sul volto le si leggeva la gioia e l’orgoglio per sua figlia, era euforica.
Naturalmente nessuna delle due controllò i registri contabili, i soldi che io avevo messo da parte erano molti di più di quanto avrei guadagnato se avessi venduto il locale.
La sera quando venne trovarci Ediz, Loredana gli corse incontro entusiasta e lo abracciò.
-Si che sono io adesso la proprietaria del ristorante, me lo ha regalato il mio maritino.-
-Dobbiamo festeggiare.- Dissi uscendo dalla cucina con in mano una bottiglia di champagne.
Dal giorno dopo mi disinteressai completamente del ristorante, cominciai a passare le giornate andando in palestra, in piscina oppure oziando. Loredana non era sicuramente in grado di gestire un ristorante, il personale si ribellava ai suoi ordini, i fornitori cominciarono a non darle più niente. Dopo pochi giorni la situazione precipitò con l’arrivo della guardia di finanza che arrestò Loredana per evasione fiscale.
Nadia ancora una volta venne da me in lacrime scongiurandomi di aiutarle.
-E’ tua moglie devi aiutarla, e poi l’hai messa tu nei guai.- Mi disse
-Mi ha sposato solo per i soldi, e questa è la giusta punizione. Non preoccuparti con un buon avvocato prederà sei mesi, al massimo un anno.-
-almeno quello lo pagherai tu? Non abbiamo soldi.-
-Ci devo pensare cara Nadia, intanto devi ricominciare a darmi del lei, anzi chiamami Padrone, e adesso leccami bene i piedi, mi raccomando passa bene la lingua tra le dita, voglio una pulizia accurata.