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domenica 1 dicembre 2013

IL REGNO DI YSON

Il regno di Yson è una minuscola isoletta nel mare del Nord, lunga circa 100 km e larga 30.
Yson City la capitale è una moderna città con grattacieli, banche, boutique di moda locali, ristoranti, casinò.
Molti miliardari di tutto il mondo hanno trasferirlo li le sedi delle loro industrie e multinazionali per pagare tasse bassissime.
Sembra un qualunque paradiso fiscale, invece Yson ha la particolarità di essere l'unico paese al mondo dove è permessa la schiavitù volontaria.
Basta che due persone di età superiore ai 20 anni si presentino al ufficio schiavitù, richiedano il modulo/contratto dove si specifica se la validità e per un periodo di tempo stabilito dalle due parti o se è per sempre.
Si firma davanti al autorità preposta e si esce legalmente Padrone/a o schiavo/a Automaticamente tutti i beni materiali dello schiavo diventano proprietà del Padrone, per tutta la durata della schiavitù.
Nel caso di schiavitù a vita il Padrone/a ha diritto di vita e di morte sullo schiavo/a.
I Padroni/e possono avere un numero indefinito di schiavi/e, gli schiavi possono avere un solo Padrone/a, vi è anche un mercato degli schiavi ad Hav la seconda città del regno dove i Padroni possono venderli comprarli o scambiarseli. 
Naturalmente tutto ciò è legale e valido solo nel regno di Yson, che è governato da un monarca assoluto Re Edwards Honson Quinto.
Il regno ha una sua moneta appunto lo Honson che prende il nome dal Re, ha un suo esercito che funge anche da polizia ed è possibile viverci da normali cittadino liberi che possono sposarsi divorziare aprire un attività o lavorare da dipendenti liberi pagati.
Naturalmente un Padrone può far lavorare il suo schiavo nella sua attività senza doverlo pagare o utilizzarlo come servitore domestico o ancora sessualmente come le pare.
Gli schiavi devono portare un collare dove vi sia scritto il loro nome e il nome del Padrone, esempio. schiava jane propietà di Padron John Doe.
Ogni anno vengono registrati circa 300 contratti di schiavitù di qui circa 220 per un tempo limitato fino ai tre mesi, una cinquantina fino ad un anno, una ventina fino a due anni sei o sette fino a dieci anni e tre o quattro a vita.
In quelli a vita non sono mancati casi clamorosi come quello di un industriale Statunitense 50 enne diventato schiavo di una prostituta Nigeriana o quello di una attrice Francese 38 enne fattasi schiava di un Homeless 60 enne.
Ogni persona che nasce nel regno di Yson nasce libera, solo dai 20 anni in su può scegliere se rimanere tale o diventare volontariamente schiava per il tempo che vuole, per questo Yson, oltre ad essere il posto ideale per miliardari che vogliono pagare meno tasse possibile è anche il paradiso di tutti i masochisti e i sadici del mondo che possono dare liberamente sfogo a tutti i loro desideri purché non commettano atti osceni in luoghi pubblici.
È possibile risiederci mantenendo la propria nazionalità oppure diventando Ysoniani, per ottenere la nazionalità bisogna semplicemente dimostrare di avere un abitazione e pagare le tasse che pur essendo basse se non vengono pagate  si finisce in galera.
Sua Altezza la Regina consorte Linda "Herl" moglie di Re Edwards Honson  è molto amata dalla popolazione.
Il giorno dopo il suo sontuoso matrimonio con il Re, trasmesso in mondovisione con migliaia di teste coronate, capi di stato e celebrità invitate, si recò al ufficio schiavitù di Yson City con il marito e si fece sua schiava a vita, gesto che ha colpito e commosso tutti.
Per 6 giorni alla settimana, tranne quando per ragioni ufficiali deve apparire a fianco al Marito Re Padrone lavora alla mensa dei poveri di Yson City.
Molto speso pratica il rito della lavanda dei piedi ai carcerati nella prigione della città, che consiste nel lavare i piedi di qualsiasi detenuto e baciarglielo.
A volte l'accompagna la figlia secondogenita Principessa Giuliette.
La figlia primogenita Pasty 28 enne è sposata con una donna, nel regno di Yson da sempre sono permessi matrimoni tra persone dello stesso sesso e sono del tutto uguali a quello tradizionali.
Il terzogenito principe Roger 20 enne studia a Londra.
Tod si trovava in carcere da 10 anni per una rapina in banca, aveva una moglie e due figli e una schiava a tempo 10 anni che era anche il suo avvocato, aveva conosciuto la principessa Linda e sua figlia Giuliette 23 enne in occasione della lavanda dei piedi ai carcerati, uomo di grande carisma scambiando poche parale con la Principessa Giuliette riuscì ad affascinarla al punto che Il giorno che uscì dal carcere la trovò ad attenderlo con la moglie e la sua schiava avvocato, andarono di corsa a casa di lui e per cinque volte lui la prese con fermezza senza carezze, baci o delicatezze, d'altronde aveva 10 anni di arretrati, poi si erano addormentati e appena svegli lui l'aveva sodomizzata con una tale violenza da farla urlare di dolore, quando finalmente lui godette con un grugnito selvaggio rimase infilato dentro di lei per un tempo che le sembrò interminabile,  nonostante fosse di 33 anni più vecchio di lei e brutale la fece innamorare, cercarono di tenere la loro relazione segreta ma un giorno che si erano appartati sulla spiaggia lui la stava possedendo con vigore scuotendola continuamente, l'amplesso durò molto tempo ed era furibondo, lei mugugnava lui ansimava e gli e lo spingeva dentro con forza, il loro ritmo incalzava sempre di più finché lei si mise ad urlare raggiungendo un orgasmo molto intenso, mentre lui con voce roca si mise a gridare oscenità e insulti, dopo essere esploso anche lui crollò pesantemente sopra di lei.
La scena fu vista e filmata con la minitelecamera in dotazione da due agenti in servizio.

giovedì 7 novembre 2013

DIARIO DI UNA FAMIGLIA SOTTOMESSA Sabato 14 settembre

Ivo il padre 43 enne
Angela la madre 39 enne
Martina la figlia 18 enne    
Said 51 enne Padrone
 Sabato 14 settembre
Martina la figlia 18 enne
Nel pomeriggio siamo usciti a fare shopping, mamma e Said, parlavo e ridevano tra di loro ignorando papà che camminava dietro, io ero un po' sulle mie per quello che avevo visto la sera prima, non che mi avesse sconvolto, era la conferma di quello che sapevo già e si capiva lontano un miglio, mamma e Said erano amanti.
Lui è un uomo sui 100 kg di peso alto 1 e 85, ha 51 anni la pelle olivastra pochi capelli grigi, è arrivato in Italia venti anni fa e ha uno sguardo penetrante, Insomma un bellissimo uomo Arabo, comprensibile come mia mamma possa essersi persa per lui, ma non capivo perché si comportavano da amanti cosi apertamente, ad un certo punto dopo aver riso di qualcosa si sono anche presi per mano, e per più di mezzora si sono tenuti per mano.
Povero papà.
Angela la madre 39 enne
Sapevo che a Said piaceva quel vestitino rosso attillato che metteva in risalto le forme, effettivamente però era molto caro di prezzo, ma quando l'ho provato e ho visto il suo sguardo non ho avuto più dubbi, dovevo assolutamente averlo.
-Angela non preoccuparti del prezzo, prendilo pure, ho fatto degli straordinari questo mese non c'è problema. Ha detto Ivo
-Said ti piace posso prenderlo?
-Si va bene prendilo. Mi ha risposto.
-Bene vai a pagare, coglione. Gli ho detto facendomi sentire dalla commessa.
Ivo il padre 43 enne
Forse il momento più bello e umiliante è stato quando Martina ha chiesto a Said.
-Posso prendermi quella minigonna, Said ti prego è bellissima.
-Si è vero stai bene, puoi prenderla.
-Grazie, grazie, grazie Said.
Poi mi ha detto freddamente.
-Vai a pagare.
-Si dice vai a pagare coglione. Le ha detto Said.
Martina mi ha guardato con un sorriso beffardo e mi ha detto
-Vai a pagare coglione. Poi lei e Said si sono messi a ridere, anche la commessa del negozio si è scoppiata a ridere con loro.
Martina la figlia 18 enne
Rientrate a casa io e la mamma abbiamo subito indossato i nostri nuovi capi di abbigliamento e abbiamo fatto una specie di sfilata davanti a Said seduto sul divano mentre papà le preparava l'aperitivo.
Poi papà è sceso in garage a lavare la macchina di Said mentre io e la mamma siamo andate in cucina per preparare la cena.
-Said per piacere mi allacci il grembiule stretto stretto come ieri che io non riesco. Ho chiesto in modo civettuolo.
Lui lo ha fatto e anche questa volta davanti a mia mamma mi ha dato una bella toccata al sedere, anzi questa volta più decisa più marcata.
Mia mamma ha guardato senza dire niente.
Si è massa anche lei il grembiule a abbiamo cominciato a preparare la cena mentre Said guardava la televisione.
-Sai mamma sono contenta per tè. Le ho detto.
-Perché.
-Sei fortunatissima ad essere l'amante di Said, è un uomo eccezionale io lo adoro.
-Si anche io lo adoro, è un vero uomo, da quando lo hai capito?
-Da un po' poi ieri sera vi ho visti.
-Ah.
-Guarda che sono contenta davvero per tè.
-Si ci credo Martina.
-Dille che lui qui è sempre il benvenuto.
-Martina, perché non gli e lo dici tu stessa stasera a cena.
-Ma davanti a papà?
-Certo anche lui lo sa ed è contento.
-Dvvero? Allora non ci sono problemi? È tutto a posto?
-Ma si certo è tutto a posto.
-Papà sa di essere sessualmente inferiore rispetto a Said e anche lui ha una grande ammirazione nei suoi confronti, avrai notato che ha un atteggiamento molto servile nei suoi confronti e non solo in casa.
-Si ho notato.
-E' stato lui a consegnarle le chiavi di casa e dirle che voleva essere sottomesso al nuovo padrone di casa.
-Ah ho capito le ho risposto.
Ivo il padre 43 enne
Durante la cena, Angela e Martina facevano a gara per servire Said ignorando completamente me
Ad un certo punto Angela ha detto.
-Su Martina dillo a Said.
Martina è arrossita poi gli ha detto.
-Said io sono contentissima che tu e la mamma siete amanti, e che papà abbia acetato la cosa, avevamo bisogno di un uomo in casa, un uomo vero.
L'umiliazione è salita fortissima e poco dopo anche l'eccitazione.
Said mi ha guardato e ha detto.
-Ecco fatto, caro il mio cornuto coglione adesso sono davvero io il padrone di casa.
-Adesso vai a farti un giro e non tornare prima di mezzanotte che io e Angela dobbiamo scopare nel tuo letto.
Angela la madre 39 enne
Martina si è offerta di lavare lei i piatti mentre Ivo prendeva il giubottino e usciva di casa con aria dimessa.
Said mi ha tolto il grembiule e mi ha guidato in camera da letto, Said si è sdraiato nel letto e io ho allargato le gambe una a destra e una a sinistra delle sue le ho afferrato il fallo perfettamente eretto e pino piano me lo sono infilato nella vagina, le pareti già abituate alle sue dimensioni, lo accoglievano stringendosi intorno ad esso, essendo anche molto lungo sembrava non arrivasse mai in fondo, lui mo afferrò le tette, ho avuto una contrazione alla vagina, avevo la testa in dietro gli occhi chiusi e le labbra semiaperte.
Said ha cominciato lentamente a cavalcarmi poi con sempre più impeto, in un attimo ero travolta da un orgasmo sconvolgete quando lui eiaculò un fitto caldo e abbondate che mi invase sparpagliandosi ovunque.
-O che scopata. Esclamo Said.
Poco dopo abbiamo ricominciato e ho avuto un orgasmo ancora più violento del primo, ancora Said scarico tutto il suo caldo seme dentro di me, poi ci siamo addormentati e al mattino appena svegli lo abbiamo rifatto.
Ivo il padre 43 enne
Sono rientrato a mezza notte e dieci, appena messo piede in casa ho sentito subito i gemiti di piacere di Angela e i ruggiti di Said, che provenivano dalla nostra camera da letto, cosi sono andato in bagno e mi sono masturbato, dopo di che sono andato sul divano del soggiorno dove ho passato la notte senza chiudere occhio.

venerdì 1 novembre 2013

DIARIO DI UNA FAMIGLIA SOTTOMESSA

Ivo il padre 43 enne
Angela la madre 39 enne
Martina la figlia 18 enne
Said 51 enne Padrone
Venerdi 13 settembre
Martina la figlia 18 enne
Said è arrivato verso le sette, probabilmente non sapeva che mamma e papà avevano un appuntamento dal commercialista e avrebbero fatto tardi, abita al piano superiore e spessissimo viene da noi a cena.
È amico di mio papà e da un paio di anni è un assiduo frequentatore di casa nostra, loro credono che io non mi sia accorta di niente ma ho capito che è l'amante di mia mamma, quello che non comprendo è come faccia a non accorgersene mio papà.
Said e la mamma in oltre lo trattano come uno stupido a volte deridendolo quasi affettuosamente altre volte con aperto disprezzo.
Said lo chiama "il coglione"
È entrato con le sue chiavi come fa sempre e quasi sempre si ferma a cena, mentre mangiamo lui e mamma discutono di tutto come se fossero loro i coniugi, lasciando mio papà fuori da ogni discussione e alla fine Said le dice.
-Coglione,Facci un bel caffè.
E lui ubbidisce.
-Arriveranno più tardi. le ho detto
-Intanto comincio a preparare la cena, ti va la pasta asciutta?
-Si va bene mi risponde.
Mi sono infilata il grembiule dalla testa con la pettorina e ho notato lo sguardo eccitato di Said, lo stesso sguardo che rivolge a mia mamma quando anche lei compie il gesto di mettersi il grembiule
-Ti dispiace allacciarmelo dietro? Le ho chiesto mentre riempivo la pentola di acqua.
Lui sia è avvicinato e me lo ha slacciato molto stretto approfittandone per toccarmi il sedere.
Ivo il padre 43 enne
Eravamo in macchina e stavamo tornado dal commercialista.
-Allora sei proprio convinta a chiudere il negozio?
Chiesi ad Angela.
-Si non si guadagna più niente.
Angela ha un negozio di abbigliamento che per causa della crisi sta fallendo.
Io comunque continuavo a pensare a come era stato bravo Said a soggiogare mia moglie, sicuramente aveva usato le sue doti amatorie.
Angela a 39 anni era davvero una bella donna e da quando era le sua amante era diventata ancora più sensuale, ero contento di lei e del fatto che era diventata l'amante di Said, anzi la sua schiava sessuale.
-Sbrigati che a quest' ora sarà già a casa da noi e avrà fame. Mi disse.
-Si dieci minuti e siamo a casa.
Martina la figlia 18 enne
Appena entrata in casa mia mamma e si è messa subito un grembiule, e ha cominciato ad aiutarmi nel preparare la cena, in Said ho rivisto quello sguardo eccitato e bramoso.
La cena e stata tranquilla come al solito mamma e Said discutevano tra loro, sembravano proprio marito e moglie.
Dopo il caffè io e la mamma abbiamo sparecchiato mentre Said e mio papà sono andati in salotto, poi abbiamo cominciato a lavare i piatti "a mano siamo forse l'ultima famiglia in Italia che non ha la lavastoviglie."
-Domani sera posso andare al cinema con le mie amiche? Ho chiesto a mia mamma.
Lei è rimasta qualche secondo in silenzio poi mi ha detto.
-Vai a chiederlo a Said !
Non so perché ma mi sembrò normale non ci ho trovato niente di strano in quello che mi aveva detto mia mamma, come se ormai era chiaro e riconosciuto che lui fosse l'uomo di casa il capofamiglia.
-Va bene.  Ho risposto
Ivo il padre 43 enne
Che momento e che emozione quando Angela e Martina entrarono in salotto, avevano tutte e due ancora su il grembiule da cucina un po' bagnaticcio e con qualche macchia di sporco dopo aver lavato i piatti, Angela aveva anche i guanti gomma.
Martina con spontaneità chiese.
-Said, domani sera posso andare al cinema con le mie amiche?
Finalmente mi aveva definitivamente spodestato dal mio ruolo ed era diventato il vero padrone di casa, lo aveva appena incoronato mia figlia chiedendo a lui il permesso di uscire.
Che umiliazione e che felicità.
-Non se me parla nemmeno.
-Perché? Chiese timidamente Martina.
-Perché ho deciso di no e basta.
Angela si stava togliendo i guanti.
-Martina se ti ha detto di no basta non chiedere spiegazioni. Ribadì Angela.
-Scusami, Said disse Martina a testa bassa con aria mortificata.
-Posso andare in camera mia? Gli chiese.
-Se avete finito in cucina vai. Rispose Said.
Dopo circa un quarto d'ora dissi che andavo a dormire e salutai Angela e Said che erano seduti sul divano a guardare la televisione.
Martina la figlia 18 enne
Verso mezzanotte sono uscita dalla mia camera per andare in cucina a bere un bicchiere d'acqua ho passato il corridoi senza accendere la luce,la porta del salotto era socchiusa la televisione accesa con volume basso, guardai dentro, Said era comodamente seduto sul divano con la Testa appoggiata allo schienale.
Mia mamma era inginocchiata davanti a lui e si dava da fare a succhiarglielo, spalancando la bocca più che poteva per ingoiare il grosso pene di Said, dopo un bel po' di tempo di avanti e indietro all' momento del esplosione lui le è venuto in parte in bocca in parte sulla faccia e lei si è data da fare subito con la lingua per ripulirlo.
Senza fare rumore sono tornata in camera.

lunedì 7 ottobre 2013

L’AMICO 2

Il giorno del nostro matrimonio era presente tutto il paese, Attilio mi fece da testimone, ovviamente tutti spettegolavano e facevano illazioni su di noi, Mara la mia ex fidanzata era tra gli invitati tranquilla e serena appariva rilassata e anche allegra, passò molto tempo a ridere e scherzare con Attilio il mio amico Padrone.
Io e Giorgina ci sposammo in chiesa con tanto di abito bianco.
-Adesso che è proprio tua moglie proverò più gusto a scoparmela e ad usarla sessualmente quando ne avrò voglia.
Mi disse Attilio, non le risposi ma quelle parole mi fecero eccitare terribilmente, solo verso la fine del rinfresco le dissi.
-Sono felice che la scoperai ancora, mia moglie è e sarà a tuta completa disposizione.
la sera a casa una volta finito il matrimonio io e Giorgina ci siamo rilassati, le ho tolto il vestito bianco e lei ha spogliato me insieme siamo andati sotto la doccia e ci siamo lavati a vicenda poi ci siamo baciati a lungo con passione mentre l'acqua scorreva su di noi.
-Vuoi che sia una mogliettina fedele?
Mi chiese.
-Voglio che continui ad andare a letto con Attilio e che soddisfi tutte le sue voglie, come facevi prima.
Le ho detto mentre la baciavo sul collo.
Usciti dalla doccia ci asciugammo a vicenda eccitatissimi, ricominciammo a baciarci e in un attimo ritrovammo a letto, nel nostro letto.
Giorgina prese un preservativo dal comodino, se lo mise in bocca poi prese il mio pene e con la bocca mi lo infilò il preservativo sul pene, operazione che mi fece esplodere subito.
In quel momento sentimmo le chiavi infilasi nella porta di casa e aprirla, era Attilio entrò come se fosse a casa sua e si era portato anche due amici, che invitò subito a sedersi in salotto,
-Schiavi venite a salutare il vostro padrone. Disse con tono duro.
Io e Giorgina ci alzammo dal letto e andammo in salotto dove nel frattempo si erano accomodati, ci inginocchiammo davanti a lui e le baciammo i piedi, Giorgina disse.
-Grazie padrone di essere venuto dai vostri schiavi.
-Vedo che siete già pronti al uso, tu portaci tre Vodka. Mi ordino.
-E tu schiava vai a succhiare l'uccello a lui. Disse indicando l'uomo più alto e robusto.
Giorgina si è avvicinata al uomo stando in ginocchio e lui le diede l'uccello da succhiare era grosso e lungo
L'altro cominciò a massaggiarle i seni e Attilio si è messe in posizione per penetrarla nel sedere.
-Ragazzi guardate come lo prende in culo questa troia. Disse.
Si sdraiò sulla schiena e gli altri due la sollevarono e la calarono lentamente sul suo uccello infilandoglielo tutto nel culo, Giorgina ricominciò a pompare l'uccello di uno mentre l'altro le andò davanti l'ha prese per le caviglie l'ha sollevò e le infilò il cazzo nella figa.
La usarono come se fosse l'ultima delle puttane, senza ritegno, lei aumentava sempre di più il ritmo e in breve li fece godere, lei ebbe degli orgasmi multipli molto violenti.
-Sei proprio una puttana. le disse Attilio.
-Si sono la tua puttana, sai che farei tutto per te, andrei anche a battere il marciapiede se tu lo volessi. gli rispose lei.
-Che puttana, e tu l'hai sposata, sta troia. Ribadì lui
Attilio disse ai suoi due amici che lui si fermava tutta la notte, quindi loro dovevano andarsene, uscendo i due le consegnarono dei soldi che lui mise in tasca.

domenica 8 settembre 2013

VITA DA SERVA 6

Personaggi
Giuliana. detta Lina 37 enne serva di casa da quando ne aveva 13
Cosimo. Il patriarca, 72 enne vedovo da 20 anni
Armando. Suo figlio 51 enne e marito di Luisa
Luisa. Moglie di Armando 41 enne
Simona. La viziatinissima figlia 18 enne
Patrizia. 51 enne sindaco del paese, amante di Cosimo.
San Martino. Paesino immaginano dove si svolge la vicenda
Il signor Cosimo mi aveva dato una sonora sculacciata perché a suo dire non le avevo stirato bene una camicia.
Dopo avermi sculacciato mi fece mettere alla pecorina e senza troppi preamboli mi inculò a sangue, facendomi godere a fondo, subito dopo ho ingoiato il suo pene e ho cominciato a fargli un pompino, dopo un po' lui è venuto in parte in bocca in parte sulla faccia, io le strinsi forte i testicoli per aumentare la pressione del getto, poi le ho ripulito il cazzo per bene.
Ero abituata ai suoi assalti sessuali ma quello era davvero duro, negli ultimi giorni era molto nervoso per via di un indagine che stavano svolgendo i carabinieri e la guardia di finanza su di lui e il sindaco di San Martino, la signora Patrizia.
Di sicuro era un modo di sfogarsi ma questa volta ci stava mettendo forse troppo impeto.
Mi abbracciò, cosa strana non lo aveva mai fatto e poi mi diede un bacio sulla fronte, si alzò, mise i pantaloni e la camicia e si girò per andarsene,
dopo pochi passi lo vidi barcollare e poi cadere a terra, corsi da lui, era privo di sensi, subito chiamai l'ambulanza che arrivò in pochi minuti.
Arresto cardiaco, per diversi giorni lottò tra la vita e la morte, alla fine mori senza aver mai ripreso conoscenza il giorno che arrestarono suo figlio Armando e il nostro sindaco.
Era la fine di un epoca l'unica cosa che rimase era la villa dove abitavano, ma ben presto dovettero venderla per pagare i debiti, io la signora Luisa e la signorina Simona andammo a vivere in un appartamento modesto mentre il signor Armando scontava la sua condanna in carcere.
L'appartamento di 60 mq, aveva una cucina, bagno soggiorno e camera da letto.
Simona si prese la camera mentre Luisa dormiva nel divano letto del soggiorno, io la sera posizionavo una brandina in cucina e la mattina la riponevo nel armadietto delle scope dove venivano tenuti stracci secchi scope i miei grembiuli e le mie uniformi, ciabatte e zoccoli.

martedì 20 agosto 2013

VITA DA SERVA 5

Personaggi

Giuliana. detta Lina 37 enne serva di casa da quando ne aveva 13
Cosimo. Il patriarca, 72 enne vedovo da 20 anni
Armando. Suo figlio 51 enne e marito di Luisa
Luisa. Moglie di Armando 41 enne
Simona. La viziatinissima figlia 18 enne
Patrizia. 51 enne sindaco del paese, amante di Cosimo.
San Martino. Paesino immaginano dove si svolge la vicenda


Luisa stava lavorando in giardino, indossava un grembiule da giardiniera verde scuro in nylon dotato di una lunga e capiente tasca, lunga 83 cm e larga 35 che serviva per contenere foglie, erbacce raccolte, nella parte inferiore aveva una zip per lo svuotamento e la pulizia.
Ricordo di aver odiato quel grembiule dalla prima volto che la signora Luisa me lo fece mettere per fare i lavori di giardinaggio, era pesante e quando si riempiva di foglie secche o rametti tagliati si gonfiava rendendomi ridicola.
Stavo lavando i vetri della finestra della camera da letto di Armando e Luisa, la vedevo sudare in giardino, la cosa mi provocava una sensazione di piacere, peccato  la padroncina non era li vicino, sicuramente ci saremmo date piacere a vicenda magari proprio guardando la signora Luisa costretta a fare i lavori duri di giardinaggio, era stata proprio Simona ad ordinare alla madre di rimettere a posto il giardino, un attimo prima di uscire per un giro con la sua nuova auto che il nonno le aveva regalato per i suoi 18 anni.
Armando entrò in camera velocemente forse cercava qualcosa, di colpo si fermò a guardarmi sulla scala, i nostri sguardi si incrociano, ci fu un silenzio di qualche minuto poi lui disse.
-Pensavo non ci fosse nessuno in camera, cercavo un documento per l’auto di Simona. Disse a voce bassa
-Non si preoccupi finisco dopo. Dissi scendendo dalla scala.
Armando mi si avvicino e mi disse.
-Lina penso sempre a te e ai pochi momenti di felicità che mi hai concesso ormai 20 anni fa, sai che mi masturbo ancora parecchio pensando a te.
-Fallo adesso. Gli dissi, come un ordine.
-Abbassati i pantaloni e masturbati adesso qui davanti a me.
Armando abbassò i pantaloni, se lo prese in mano e cominciò a masturbarsi, io mi sedetti sul letto matrimoniale senza staccarle gli occhi da dosso, ad un certo punto lui annunciò.
-Sto per venire.
Mi alzai e mi avvicinai a lui.
-Vieni sul mio grembiule.
Docile Armando ubbidì eiaculando nel grembiule sporcandolo del suo sperma.
-Questo è tutto quello che posso concederti.
Le dissi in modo duro e uscii dalla stanza.

“La nostra non era stata ne una storia di sesso e tanto meno una relazione, un pomeriggio di venti anni fa, avevo sorpreso Armando che indossava una mia divisa con tanto di grembiule e guanti di gomma, lui si vergognò molto, ma io gli dissi di non preoccuparsi, non l’avrei detto a nessuno, anzi potevo aiutarlo a travestirsi meglio e le avrei dato consigli su come muoversi. –Magari ti faccio fare anche qualche lavoro pesante. Gli dissi. Lui fu molto felice di queste mie parole.
Per mesi quando non c’era nessuno in casa lo aiutavo a vestirsi e a truccarsi da cameriera poi lo facevo masturbare con il pene avvolto in un mio grembiule, e lui godeva felice, qualche tempo dopo lui si fidanzò con la signora Luisa e quella strana passione svanì, si sposarono ebbero Simona e tutto sembrava essere dimenticato fino a quel giorno.

Scendendo dalle scale incontrai il signor Cosimo, che passandomi a fianco come al solito mi tastò il sedere e mi strinse vigorosamente una chiappa.
-Vieni qui serva. Mi disse tenendomi la mano sulla chiappa, mi alzo la gonna della divisa e infilò una mano nelle mutandine andando a solleticare il solco del sedere.
-La prego padrone mi lasci, potrebbe arrivare qualcuno.
Le dissi mentre cercavo di non perdere il controllo ma ero visibilmente eccitata.
-Zitta serva. Mi disse girandomi tenendo una mano nelle mutandine e palpandomi il seno con l’altra, ero appoggiata allo scorri mano delle scale e lui cominciò a premere il bacino contro il mio sedere facendomi sentire quanto già era eccitato, mi abbassò le mutandine, tirò fuori il pene e cominciò a passarmelo tra le fessura e l’ano, poi cominciò a spingere la punta nel  sedere, avevo lo sguardo perso e non vedevo niente di quello che mi succedeva intorno, il signor Cosimo cominciò a spingere in fondo, dopo un po’ di andirivieni le era venuto cosi duro da farmi male, per fortuna improvvisamente si tirò fuori dal mio culo, mi girò bruscamente e portò le mie labbra al altezza del suo cazzo.
-Adesso succhia un po’ serva.
Cominciai ad andare avanti e in dietro infilandomelo in bocca fino alla radice, dopo un po’ sentii che stava per venire e rallentai, lui mi strinse la testa tenendomi per i capelli, adorava inondarmi la bocca col suo sperma, quando avene stavo quasi soffocando, ero in difficoltà ad ingoiare tutto mentre lui continuava a venire, leccai fino alle ultime gocce, me lo fece tenere in bocca ancora un po’ finché non divenne molle.
-Portami una camicia stirata che devo uscire mi disse.
Solo allora riprendendomi dal eccitazione vidi Armando in cima alle scale immobile che guardava, mi girai verso la porta d’ingresso e notai che anche la signora Luisa era li immobile pietrificata con lo sguardo fisso su di noi.

giovedì 1 agosto 2013

VITA DA SERVA 4

 Personaggi

Giuliana, detta Lina 37 enne serva di casa da quando ne aveva 13
Cosimo. Il patriarca, 72 enne vedovo da 20 anni
Armando. Suo figlio 51 enne e marito di Luisa
Luisa. Moglie di Armando 41 enne
Simona. La viziatinissima figlia 18 enne
Patrizia 51 enne sindaco del paese, amante di Cosimo.
San Martino, Paesino immaginano dove si svolge la vicenda


-Allacciati bene il grembiule, bello stretto, Lina legaglielo tu.
Disse con fare strafottente la signorina Simona, ormai in casa eravamo in due a portare il grembiule, io e la signora Luisa.
Andai dietro di lei e gli e lo legai strettissimo, tirando più che potevo i lacci, finalmente la signora provava quello che provavo io.
Stavamo preparando la cena, la sera sarebbero stati nostri ospiti, la signora Patrizia sindaco di San Martino il nostro paesino e suo marito Riccardo, titolare del un concessionario auto.
Simona si alzò dalla sedia dove stava seduta, apri un cassetto della cucina prese un mestolo di legno di quelli che si usano per mescolare la polenta e si avvicino alla madre intenta a preparare le pietanze, le diede un paio di colpi sul sedere.
-Ahiaaa. Urlò la signora Luisa.
La figlia le gridò a sua volta
-Cosa fai, urli! in silenzio devi subire le punizioni, come fa Lina.
Mi si avvicinò e mi diede dei colpi fortissimi, dovetti sforzarmi per trattenermi dal urlare.
-Vedi cosi in silenzio devi subire, come lei, adesso inginocchiati e baciami le mani. Ordino alla madre.
Luisa ubbidì senza fiatare.
Poi Simona le ordino di rialzarsi e rimettersi al lavoro.
-Tu Lina vieni con me che mi devo fare il bagno poi mi devo vestire per la serata e tu mi devi lavare insaponare ed asciugare, sbrigati. Ordinò.
Era la sua consacrazione definitiva a regina di casa, fino ad allora solo Luisa si faceva lavare da me.
Quando la signorina Simona fu immersa nella vasca, mi ordinò
-Adesso devi farmi esattamente tutto quello che facevi a mia mamma, e non intendo solo lavarmi col sapone, hai capito.
-Si padroncina. Risposi
-Devi chiamarmi padrona, padrona e basta, non padroncina capito. Ribadì stizzita.
-Si padrona, mi scusi padrona.
Come facevo con Luisa, cominciai a palpeggiarle a lungo i seni, poi le baciai le tette e le succhiai i capezzoli, poi la insaponai e lavai, quando usci dalla vasca la avvolsi nel asciugamano poi mi inginocchiai davanti a lei e le leccai dolcemente la vagina, la annusai e la leccai al interno, lei non ci mise molto a venire, la accarezzai dappertutto, sentivo il suo corpo vibrare.
-ohh, Lina, mi porti in paradiso. Sussurrò.

La sera Simona era fasciata in un elegantissimo abito a top rosso di Valentino che metteva in risalto le sue curve, aveva raccolto i capelli dietro la nuca mettendo in mostra le spalle e la schiena che il vestito lasciava scoperte.
Era bellissima e giovanissima, lei stessa aveva scelto cosa doveva indossare la madre, una semplice gonna nera fino sotto il ginocchio e una camicetta bianca abbottonata fino al ultimo bottone, ai piedi delle ballerine.
Mentre Simona aveva dei bellissimi sandali stile stiletto con il tacco a spillo che la slanciavano.
Io avevo la classica divisa nera con grembiulino bianco, crestina e guanti bianchi.
Durante tutta la cena, parlarono di lavoro, affari, politica, poi al dolce Riccardo invito Simona il giorno dopo nel suo concessionario auto a scegliere la sua prima vettura.
Finto la cena Cosimo, Patrizia e Riccardo e Armando decisero di uscire per continuare la serata in un locale dove si suonava musica e si ballava, Luisa trovò la scusa che non si sentiva molto bene per rimanere a casa.

Io, Luisa e Simona ci ritrovammo in cucina.
-Lina, metti il grembiule alla sguattera, lavare i piatti è compito suo.
Disse Simona.
Andai a prendere il grembiule di gomma giallo, lungo fino quasi ai piedi, quello che usavo per i lavori pesanti di cucina e con immenso piacere lo infilai a colei che era stata la padrona di casa fino a poco tempo prima, le infilai la pettorina dalla testa e gli e lo legai strettissimo dietro.
Feci per consegnare i guanti ma Simona me lo impedì.
Deve lavare tutto senza guanti le si devono indurire le mani, le devono venire le mani da sguattera come le tue. Disse.
Simona si sedette su una sedia della cucina, io andai di fronte alla nuova padrona le mie gambe si abbassarono e caddi in ginocchio sul pavimento davanti a lei.
Infilai la testa nelle sue cosce e cominciai a leccare il succo che ne usciva,
mentre la leccavo le accarezzavo le cosce, sembrava impazzire di piacere.
Le infilai l’indice nella vagina facendolo scivolare fino in fondo e subito godette di quella penetrazione.
Anche il mio clitoride era infiammato.
Simona favoriva in ogni modo la penetrazione, dava colpi di reni verso di me per sentire il più possibile l’indice in profondità
-Sei una serva perfetta e viziosa. Gridò ansimando mentre raggiungeva un orgasmo violento.