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lunedì 22 dicembre 2014

I ROCKETTARI

We can be Heroes, just for one day
David Bowie


1977

Per poche lire al mese erano riusciti a prendere in affitto una cantina sotto il bar California, dalle parti della comasina alla periferia nord di Milano suonavano, provavano si esercitavano a tutte le ore, per fortuna le mura erano spesse e in oltre le avevano incollato su del polistirolo che isolava ulteriormente, suonavano solo musica rock e cantavano sempre in inglese perché volevano essere una rock band internazionale, al bar California li chiamavano i Rockettari , più o meno tutti con capelli lunghi jeans stivaletti da cowboy, camice variopinte.


Patrizio era il bassista e aveva 19 anni, irrequieto di carattere e sempre agitato, Rocco 17 era il batterista, fumava sempre anche quando suonava e parlava poco,  Umberto 18 enne era il bello del gruppo suonava la chitarra e cantava, nel quartiere molte ragazzine erano innamorate di lui, Giorgio aveva 17 anni suonava la chitarra ed  era quello più creativo scriveva i testi che spesso musicava con Umberto.
Quando non erano giù in cantina a suonare erano su al bar a mangiare panini, bere birra e fare sfide a biliardino discutere di musica o immersi in lunghe discussioni per decidere il nome della Band, erano tutti studenti ma studiavano poco, il Jukebox era sempre in funzione i brani più gettonati erano Somebody to love dei Queen, Year of the cat di Al Stewart oppure Sorry seems to be the hardest word di Elton John anche I remember yesterday di Donna Summer, ma quella che vinceva si tutte era  Hotel California degli  Eagles, si sentiva circa 20 volte al giorno, ne avevano persino fatto una loro versione dove invece di dire hotel California dicevano bar California.

Parlarono molto anche di chiamarsi Bar California, in onore della canzone e del bar che ormai era la loro seconda casa , alla fine dopo estenuanti discussioni si chiamarono The Wish "Desiderio" anche per il brano di Stevie Wonder, ma tutti continuavano a chiamarli i Rockettari .
Si impegnavano parecchio provavano ore e ore soprattutto a suonare pezzi dei Beatles.
-A giugno finita la scuola, dobbiamo andare a Londra e starci fino a settembre. Dicevano spesso
-Io avrei la maturità. Ribadiva Patrizio,
-Sempre se ti ammettono, lo prendevano in giro gli altri.
Il bar California era gestito dalla famiglia Lotti, il signor Ugo e la signora Gina aiutati dalla figlia Antonella.
Ugo 45 anni alto 1 e 61 appesantito, senza capelli, occhi arrossati palpebre gonfie, denti giallastri carattere gioviale
Gina alta 1 e 54 scura di carnagione piuttosto formosa gambe un po' grosse e sedere basso, nonostante ciò la figlia Antonella era una bella ragazza di 17 anni alta 1 e 65 capelli neri occhi scuri e profondi bel fisico.
Il primo a chiederle di usciere con lui era stato Patrizio,
Il bassista che abitava nel condominio sopra il bar, ma lei rifiutò gentilmente, perché era cotta di Umberto, che al inizio non se la filava.
Quando arrivò l'estate non partirono per Londra in quanto Patrizio fu ammesso alla maturità e in seguito bocciato.
Umberto rimandato in 3 materie, Giorgio bocciato, l'unico promosso fu Rocco.
In compenso però arrivo dal Canada la cugina di Antonella, Patsy 19 enne che passò le vacanze dagli zii. Si scatenò subito la bagarre tra tutti gli avventori in giovane età del bar per conquistarla.
Purtroppo lei alla fine scelse Franco un ventenne che frequentava il bar California saltuariamente, un pessimo elemento che aveva problemi di droga, infatti era appena uscito da una comunità di recupero e diceva che voleva rigare dritto non drogarsi più eccetera, ma fu lui a fare il primo spinello che i Rockettari "The Wish" fumarono, proprio nella cantina dove suonavano, quella sera c’erano anche Patsy e Antonella, fu molto divertente risero tutta la sera per niente senza sapere perché, finché Patrizio vomitò anche l'anima, qualcuno si addormentò, Umberto e Antonella si appartarono sulla due cavalli di Patrizio e per le prima volta fecero sesso.
L'estate si sa e la stagione degli scandali e a farlo scoppiare fu Giorgio che stava con una ragazza della sua scuola Laura 15 enne educatissima e brava ragazza, la lasciò perché perse la testa per la signora Giulia 38 enne sposata con 2 figli che abitava al secondo piano del condominio sopra il bar, Giulia era la classica casalinga di quegli anni, mai truccata sempre con abiti da casa, al massimo, camicetta, gonna fino sotto il ginocchio e grembiule da cucina sempre legato in vita, Giorgio la trovava i resistibile e in realtà era una belle donna capelli corti biondo naturale sguardo malizioso fisico formoso ma non grassa.
Giorgio le fece una corte spietata, appena la vedeva passare la fermava con una scusa e la teneva a parlare per ore, scrisse per lei persino una canzone. "Sweet lady" in una caldo pomeriggio le telefonò dal apparecchio a gettoni del bar e gliela cantò al telefono con Umberto che lo accompagnava alla chitarra, alla fine della performance lei gli disse di salire da lei a bere un caffè.
Giorgio fece le scale di corsa a due gradini alla volta quando fu al secondo piano si era già tutto la maglietta rimanendo a torso nudo, sudato e ansimante, lei apri la porta aveva una camicetta rossa sbottonata che faceva intravedere il seno, una gonna blu e un grembiule giallo, senza calze con un paio di ciabatte aperte che lasciavano vedere le unghie dei piedi dipinte di rosso, il figlio grande era al oratorio e il piccolo dai nonni.
-Signora Giulia sto impazzendo dal desiderio. Le disse.
L'abbracciò e poi baciò nel ingresso con ancora la porta di casa aperta, al inizio lei tentò timidamente senza convinzione di sottrarsi, ma fu un solo istante, poi si lasciò trascinare dalla passione, un attimo dopo erano a letto, fu lei a predelle in mano il pene già eretto e infilarselo nella vagina, non ci volle moto prima che Giorgio si svuotò dentro di lei e si ritiro, lei glielo prese in mano e comincio a masturbarlo, dopo in attimo divenne duro di nuovo, lei scivolo sotto di lui e ancora si fece scopare, questa volta durò di più finché raggiunsero insieme un orgasmo molto appagante.
Da quel pomeriggio in poi quasi tutti i giorni feriali Giorgio saliva a casa di Giulia che diventava sempre più bella ogni giorno che passava, più curata cominciò a vestirsi in modo più elegante e a truccarsi leggermente ad andare più spesso dal parrucchiere, nel quartiere se ne occorsero tutti e cominciarono i pettegolezzi.
Rocco sembrava apatico, non corteggiava le ragazze, come se non le interessassero, suonava senza commentare, pareva anche senza entusiasmo, guardava giornaletti porno e si masturbava dietro la batteria.
Dopo qualche mese Umberto fece coppia fissa con Antonella che dimostrò di avere personalità e carattere invogliandolo a studiare di più.
Patrizio aveva storie che duravano mediamente una settimana ed era tormentato, si ubriacava spesso e poi stava male oppure si faceva le canne e ancora stava male sia fisicamente che di umore.
La loro vacanza quel anno fu il 15 e il 16 di agosto, una notte passata in tenda sul lago maggiore dove vi erano arrivati a bordo delle loro vespe 125, tutti ricordavano poco di quella notte in tenda passata a bere e a farsi canne.
La mattina del 17 agosto tornando verso Milano si fermarono in un bar a fare colazione e apersero la notizia della morte di Elvis Presley, il loro umore cambio improvvisamente, un pesante velo di tristezza cadde su di loro, Patrizio verso anche qualche lacrima.
La canzone che spopolava era Ti amo di Umberto Tozzi che le da poco nate radio private mandavano a ripetizione, un vero e proprio tormentone, poi andava molto la musica da discoteca, "I feel love" di Donna Summer, "Zodiac" di Roberta Kelly, "Rockollection" di Laurent Voulzy, "
A quei tempi ad agosto in città era tutto chiuso faceva eccezione il bar California che rimase chiuso solo il giorno di ferragosto, nella cantina tramite i registratori di audio cassette del epoca, i Rockettari registrarono su di una cassetta, una loro versione di Hotel California degli Eagles e  Sweet lady, la canzone scritta da Giorgio per la signora Giulia, la quale appena tornata dalla villeggiatura in Liguria ne ebbe ne ebbe una coppia, anche se la voce era quella di Umberto che stava diventando la voce ufficiale del gruppo.
Quel anno per la prima volta la scuola riprese il 20 settembre invece del 1 ottobre, la cosa creò addirittura sconforto tra i Rockettari , 10 giorni in meno di vacanza era una tragedia per loro che si ripromisero di bigiare dieci giorni in più riprendendosi così i giorni di vacanza persi, per fortuna uscì l’ L.P. Heros di David Bowie, Giorgio era un fan sfegatato del Duca Bianco e la mattina de 23 settembre giorno di uscita del disco in Italia non andò a scuola per andare da messaggerie musicali in galleria del corso a comprarlo.
Patsy dopo qualche rinvio ritornò in Canada e per lei fu solo un bene, visto che Franco aveva ripreso a sniffare l'eroina e un mese dopo riprese a bucarsi.
Con i primi freddi la storia tra Giorgio e la signora Giulia fini senza troppi drammi per nessuno, i pettegolezzi però continuarono per anni.
Umberto aveva messo la testa a posto, fidanzato con Antonella si faceva vedere poco in cantina giusto per le prove che però speso saltava magari per accompagnare la ragazza a fare spese.
A dicembre Umberto era il fidanzatino perfetto che Antonella desiderava tutto studio e ragazza a volte aiutava anche al bar, massimo per un paio di ore al giorno andava giù in cantina a fare le prove, il giorno di Natale lo passò a casa di Antonella a pranzare con i suoi genitori.
La notte di San Silvestro andarono tutti  in discoteca ballarono bevvero si fecero anche una canna

1978
Nel gennaio del 78 Patrizio per dimenticare una ragazza che lo aveva lasciato, nel giorno del suo 20 esimo compleanno si fece una sniffata di eroina fornita gli da Franco, per poco non ci lascio le penne, finì al pronto soccorso di Niguarda, i suoi genitori vennero così a sapere e lo tennero chiuso in casa per due settimane, fu in quella occasione che Giorgio dimostrò tutta la sua personalità, andò a casa di Patrizio parlo con i genitori e le promise che la droga sarebbe stata bandita per sempre dal gruppo e che sarebbero cambiati, si sarebbero impegnati nello studio e nella musica, li convinse.
Umberto era la voce ed era davvero bravo, ma si faceva vedere poco, saltava le prove passava tutto il tempo con la fidanzata, Giorgio andò a parlare con la Antonella  e alla fine la convinse ad invogliarlo a non trascurare la Band.
Cominciarono a suonare seriamente e cercare di fare qualche esibizione davanti ad un pubblico.
In marzo uscì in Italia il film la febbre del sabato sera, Giorgio, Umberto, Rocco, Patrizio e Antonella andarono a vederlo tutti in siete per tre volte.

Il  16 marzo a Roma: in via Fani un commando delle Brigate Rosse rapiva Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana e uccise i cinque uomini della sua scorta, 5 giorni dopo Franco, venne trovato morto per overdose su di una panchina del parco Sempione.
In quei giorni Giorgio conobbe Marta nel androne del palazzo, lei era stata assunta come colf, allora si diceva "servetta" presso una famiglia del condominio aveva un anno più di lui ed era appena arrivata dalla Sicilia,
Sempre in quei giorni al bar California comparve la cugina di Rocco il batterista, Erica 20 enne bionda, sedere da favola , look da figlia dei fiori con vestiti lunghi ed ampi, ovviamente Patrizio se ne immemorò a prima vista senza essere corrisposto.
Quando il senti suonare In cantina fece i complimenti a Umberto per la bella voce e a tutti per come suonavano
Ma quando sentì Heros di David  Bowie, cantato da Giorgio, si esalto e espresse il desiderio di cantare con lui.
Ormai il cantate era Umberto, era lui la voce del gruppo, ma qualche canzone la cantava Giorgio.
Erica conosceva un tipo che faceva il DJ in una radio locale e promise di presentarglielo.
Un Sabato pomeriggio si misero nella fermata della metropolitana di Cadorna, e suonarono tutto il pomeriggio, quel pomeriggio furono veramente bravi, presi dal entusiasmo non si accorgevano nemmeno della gente che si fermava ad ascoltarli formando dei capannelli intorno a loro, due ragazze rimasero lì incollate tutto il pomeriggio ad ascoltale e quando ebbero finito alla sera mentre raccoglievano gli strumenti si avvicinarono e le dissero.
-Siete stupendi in tutti i sensi.
Cominciarono a scambiare battute e poi andarono in pizzeria con loro a magiare una pizza pagata con le monetine che la gente volontariamente le avevano lasciato.
Lorena ed Emanuela erano ragazze spigliate 19 enni vivevano da sole in un appartamento del quartiere Bicocca, Giorgio e Umberto passarono il sabato notte da loro, Giorgio con Lorena la biondina e Umberto con Emanuela castana, molto sexy.
La storia duro un paio di mesi, la Band si dimostrò unita in quanto al bar mai nessuno seppe dello loro ragazze segrete, intanto Patrizio aveva ripreso a tirare l'eroina e diventava sempre più intrattabile, i primi di maggio una sera erano nella cantina a provare quando scoppiò una violenta lite tra Patrizio e Umberto, volo anche qualche schiaffone e Patrizio se ne andò lascio la Band, in oltre a causa degli schiamazzi e le urla il proprietario dello stabile che le aveva affittato la cantina le disse che dovevano andarsene al più presto.
Giorgio e Umberto aiutati dal signor Ugo e sua figlia Antonella dovettero usare tutta la diplomazia possibile per convincerlo a cambiare idea, poi Inaspettatamente come un fulmine a ciel sereno Antonella lascio Umberto e si mise con un rappresentante di gelati 27 enne.
Fu un duro colpo per Ugo e Gina i genitori ma un toccasana per la Band che aveva sostituita Patrizio con Carmine un bravo bassista 20 che sembrava uscito dagli anni sessanta da come si vestiva a come portava i capelli pesto però vennero alla luce tutti i suoi problemi psicologici e i suoi disagi, a volte vere e proprie paranoie.
Cominciò ad accusare Giorgio di non volerlo nella Band, quando invece era stato proprio lui ad insistere con gli altri per farlo entrare, Umberto e Giorgio entrarono in simbiosi e improvvisamente erano d'accordo su tutto.
A giugno, 5 giorni prima della loro prima vera esibizione davanti ad un pubblico, nella sagra del pesce di Novate, un paese della cintura milanese, Patrizio tornò con la coda tra le gambe a chiedere scusa a tutti e promise che non sarebbe più successo niente del genere, supplico di farlo rientrare nella Band, Umberto e Giorgio ne discussero per un giorno e una notte interi, Rocco come sempre accettava tutto senza mettere becco ed era sempre più disinteressato a tutto.
Il giorno dopo con delicatezza e tatto comunicarono a Carmine che era fuori dalla Band, lui chiese 100 mila lire come risarcimento morale, cifra che non le fu mai data.
L'esibizione alla sagra del pesce di Novate fu un successo strepitoso, con ragazzine urlati attaccate sotto il palco, Umberto con la sua voce era naturalmente il più amato, ma quando Giorgio cantava Heros di David Bowie, riusciva a conquistare anche il pubblico maschile.
A guardarli in quel esibizione sotto il palco vi era anche Marta, invitata da Giorgio che a fatica riuscì a farsi dare una serata libera dai suoi datori di lavoro, scendendo dal palco Giorgio la abbraccio e bacio appassionatamente davanti a tutti, lei da prima imbarazzata ricambio appassionatamente il bacio.
Patrizio fu bocciato per la seconda volta di fila, al contrario di Tutti gli altri che vennero promossi.
Fu un estate strepitosa, i mondiali di calcio in argentina le esibizioni a sagre, feste del amicizia e del l'unità di vari paesi e quartieri di Milano e con flotte di ragazze che li aspettavamo al bar California per farsi dare un autografo, gli affari del bar si triplicarono, nella zona ormai erano delle star.
In vacanza andarono loro 5 in costa azzurra per un paio di settimane con un furgoncino Volkswagen con i fiori disegnati sulla carrozzeria.
Giorgio perse la testa per Odette 23 enne Parigina conosciuta a Saint-Tropez. Prolungò la vacanza di un paio di settimane in costa azzurra con lei, la loro canzone era, More than a woman dei The Bee Gees

I primi settembre la accompagnò a Parigi dove si fermò un paio di giorni e poi tornò a Milano abbattuto e triste, per fortuna durò pochi giorni, la loro esibizione alla festa di fine estate di Limbiate venne ripresa da una tv locale e mandata in onda diverse volte.
Erica la cugina di Rocco mantenne la parola e le presento un suo amico DJ in una radio importate il quale fece sentire in giro il nastro che avevano registrato come provino e dopo tante attesa e nel gennaio del 1979 entrarono in una vera sala di incisione.

1979
Era una piccola etichetta indipendente ma loro erano super esaltati, incisero due brani scritti e musicati da Giorgio e Umberto, Swwet lady che doveva essere il lato A  del eventuale 45 giri era un pezzo soft cantato  benissimo da Umberto e come lato B incisero, In the tunnel. Cantata da Giorgio in duetto con Erica, un bel regge
Il 1979 era iniziato alla grande per i "Rochettari" The Wish
Che impazzivano per il pezzo dai The Sweet, Love is like oxygene, e vennero ingaggiati per suonare dal vivo in una discoteca che si chiamava "2001"ma L'Italia era scossa dal terrorismo non passava giorno che qualche giudice magistrato poliziotto giornalista o addirittura operaio come Guido Rossa venisse gambizzato o ucciso.
Loro erano in uno stato di grazia, l'impegno in sala di incisione le aveva fatto bene e ormai avevano messo al bando alcol e droga, a parte qualche canna ogni tanto.

Sapevano che avrebbero dovuto aspettare del tempo prima del uscita del disco, ma erano lo stesso euforici, Giorgio si mise seriamente con Marta, che continuava a fare la colf pur essendo ragioniera, anche a quei tempi era difficili trovare un lavoro, i genitori di Giorgio era contenti che stesse con lei, "Una ragazza seria che sa adattarsi a fare un lavoro umile, sa risparmiare e fare sacrifici" dicevano.
Giorgio però appena poteva con scuse varie tipo vedere come suonavano questo o quel gruppo scappava a Parigi da Odette, solo i membri della Band conoscevano la verità.
A marzo Giorgio e Patrizio ebbero un brutto incidente stradale, si salvarono per miracolo con qualche ossa rotto e per due mesi dovettero sospendere le attività della Band, che però a maggio ripresero il tour per le sagre di paese.
Inaspettatamente così come si erano lasciati Umberto e Antonella tornarono insieme, e subito le cose cambiarono Umberto riprese a comportarsi come prima, passava tutto il tempo con lei e trascurava la Band, improvvisamente aveva anche da ridire sulla musica che facevano e sulle canzoni che scrivevano.
Giorgio e Rocco affrontarono la maturità, ottenendola a pelo con il minimo dei voti
Finalmente a metà luglio i Rockettari  partirono per Londra.
Tornarono due mesi dopo, due mesi intensissimi vivendo praticamente sulla strada, suonarono diverse volte nelle stazioni della metropolitana metropolita e anche per strada fu l'ultimo periodo di amore e armonia tra di loro
A settembre, Umberto 20 enne cominciò a lavorare in banca, Antonella trovò un posto da commessa, Patrizio 21 enne trovò un lavoretto da un meccanico e ricominciò con l'eroina il loro 45 giri non era ancora uscito e loro cominciavano a non crederci più, piano piano l' entusiasmo si spegneva, a novembre Rocco trovò lavoro come magazziniere, Marta tornò in Sicilia, rassegnata ad andare a lavorare in campagna con i suoi, Giorgio passava il suo tempo al bar California in giro nei negozi di dischi, a scrivere testi e appena poteva a Parigi.
La sera di San Silvestro la passarono ad una festicciola in casa di un amico, Patrizio si bucò, forse non era la prima volta, ma era la prima volta che lo videro farsi una pera i Rockettari .

1980

A gennaio finalmente uscì il loro 45 giri, Sweet lady lato A e In the tunnel lato B, ripartì immediatamente l'entusiasmo e l'euforia, ricominciarono a suonare seriamente non stavano più nella pelle, sembrava che fosse arrivato il loro momento, nel quartiere la gente li riconosceva per strada, qualche ragazzina li fotografava mentre erano seduti al bar California o passavano magari sotto i loro balconi.
Giorgio, sali le due rampare di scale che portavano al secondo piano in un momento in qui era sicuro che la signora Giulia era in casa da sola, suono il campanello e quando lei le apri le diede una coppia del 45 giri
Sulla copertina c'era scritto la dedica.
"Alla signora Giulia con profondo affetto e un grazie per tutto" e le loro 4 firme
Era ancora una bella donna, anzi meglio di 3 anni prima più curata più elegante e consapevole del suo fascino, ma sempre molto semplice, portava ancora il grembiule da cucina in casa, quella volta era rosso fuoco come la passione.
-Per me? Grazie. Disse, era visibilmente commossa, lo fece entrare e quella volta bevvero serenamente il caffè che tre anni prima lei le aveva offerto e non bevvero perché impegnati in altro.
Ripresero a suonate al 2001, Giorgio si era fatto crescere la barba, un pomeriggio stava ascoltando la radio privata dove lavorava il D.J. Amico di Erica, l'unica radio che aveva passato un paio di volte il loro singolo a 45 giri, ad un certo punto il disc jockey disse.
"Abbiamo qui Umberto Maffi il leader e voce di The Wish.
Ciao Umberto... "E comincio un intervista di circa 20 minuti, dove non dissero nemmeno i nomi degli altri componenti della Band.
La sera al bar tutti facevano i componenti ad Umberto che stava seduto ad un tavolino con Antonella.
-Potevi almeno dirmelo che avevi un intervista.
Le disse Giorgio.
-Perché ? L’ho fatta io mica tu!
-Potevi almeno dire i nostri nomi, visto che siamo una Band. Le disse.
Rispose Antonella per lui con aria di sfida.
-Sei invidioso?
Dal modo che lo disse a Giorgio ribollì il sangue, ma riuscì a trattenersi e non cadere nella provocazione.
Con tono più rilassato rispose.
-No non sono invidioso,  va bene così, ma potevi dirlo che avevi un intervista.
Umberto fece spallucce, e calò un silenzio imbarazzante che duro tutta la sera.

Essendo la voce e un bellissimo ragazzo, la gente individuo Umberto come il leader, anche se quello che aveva personalità al interno del gruppo era Giorgio oltre ad essere quello che scriveva la canzoni, per la verità Umberto era anche bravo a suonare e a musicare i testi di Giorgio, ma negli ultimi tempi era tornato ad essere succube di Antonella.
Per qualche giorno Giorgio si comportò in modo freddo ma poi ci fu la prospettiva di tornare in sala di incisione per registrare un altro 45 e l'euforia ripartì, Another brick in the wall  dei Pink Floyd era il pezzo del momento che ascoltavano sempre.
A marzo entrarono in sala di incisione, dovevamo registrare due pezzi che eventualmente sarebbero stati lato A e lato B del nuovo 45 giri.
Si trovarono tutti in disaccordo con tutti non c'era più n'è armonia n'è complicità, Patrizio era ormai dipendete dal eroina, Umberto faceva la star, Giorgio era sempre di umore nero e seccato, Rocco beveva parecchio  e non riusciva a concentrarsi, per registrare due canzoni ci vollero 15 giorni, un eternità, a fine incisero "Rock in 2001e In the party" due pezzi molto rock che non si addicevano proprio bene alle tonalità della voce di Umberto.

Il 45 giri non venne mai pubblicato.
Sweet lady vendette poche copie, rarissimamente passato solo in una radio non ebbe nessuna pubblicità da parte della piccola etichetta discografica, costò quindi di più di quello che incassò come vendite, questo fu un ulteriore colpo al gruppo.
Il 27 giugno allo stadio San Siro di Milano Bob Marley tenne uno dei suoi ultimi concerti, quella notte anzi fin dal primo pomeriggio quando suono Pino Daniele i Rocchetari "The Wish” erano presenti sulle tribune, era arrivata anche Odette da Parigi, e Giorgio era felicissimo fu una giornata molto calda e indimenticabile sotto il sole battente risate e buon umore, la notte poi Bob Marley la rese indimenticabile.
Dal giorno dopo i problemi per la Band ripresero puntuali, Patrizio sempre in giro in cerca di una dose, Umberto fidanzatino ideale, non si faceva vedere quasi più, Rocco aveva cominciato a bere parecchio, per fortuna per Giorgio, Odette si fermo a Milano, dopo tre giorni si era già trovata un lavoro in un negozio di parrucchiera, poi ad agosto parti con Giorgio per la Spagna, Umberto andò in Liguria con Antonella e i suoi genitori, Rocco e Patrizio dovevano andare a Rimini, per loro fortuna la mattina del 2 agosto persero il treno altrimenti si sarebbero trovati a Bologna proprio alle 10,25 l'orario in qui esplose una bomba nella sale d'attesa della stazione causando 85 morti e 203 feriti. Partirono 3 giorni dopo.
A settembre fecero molti concerti alle saghe e feste di paese.

Antonella nuovamente lasciò Umberto e la Band ebbe un buon momento ad ogni esibizione vi erano ragazzine sotto il palco disposte a concedersi senza troppi problemi a qualsiasi dei quattro, e tutti ogni volta ne approfittavano.
A novembre il proprietari dello stabile le disse che per i primi di gennaio dovevano lasciare la cantina perché lui ne aveva bisogno.
La mattina del 9 dicembre Giorgio acquisto la musicassetta di duble fantasy, di John Lennon, la ascoltò in macchina, quando arrivò al bar California, Patrizio del disse che John Lennon era stato assassinato.
Nei giorni seguenti i Rockettari  decisero che avrebbero fatto un mega concerto nella piazzetta davanti al bar California il 31 dicembre, l'idea piacque molto al signor Ugo e la signora Gina che avrebbero lasciato la gestione del bar il giorno dopo, e tenendo aperto il bar quella sera avrebbero fatto un buon incasso,
Il concerto del 31 dicembre 1980 dei The Wish, segnò la fine di un epoca, quei giorni finirono per sempre. Fu la loro ultima esibizione.
L'11 maggio 1981 lo stesso giorno in qui morì Bob Marley, Patrizio morì di overdose.
Quei giorni erano davvero finiti.

lunedì 1 dicembre 2014

IL SERVO MARITO


Il momento in qui Calogero mi disse.
-Vai a lavarmi la macchina coglione, dai fuori dalle palle, sparisci.
Fu un momento molto umiliante ed eccitante nello stesso tempo, lo aspettava da parecchio circa un anno cioè da quando sapevo che Calogero era diventato l'amante di mia moglie.
Eravamo in cucina di casa nostra un sabato a pranzo lui era seduto al tavolo io stavo sparecchiando e Simona mia moglie stava lavando i piatti.
Finalmente oltre che farmi cornuto aveva deciso che era arrivato il momento di trattarmi davvero come un servo.
-Anzi no aspetta un attimo. Disse. si  alzò e andò vicino a Simona, la scostò dal lavello, le sciolse il nodo del' grembiule che aveva legato ai fianchi  egli e lo tolse.
-Vieni qui coglione. Mi disse. Mi sono avvicina lui mi ha infilato il grembiule e mi ha detto.
-Lava tu i piatti, almeno servi a qualcosa, dopo vai a lavarmi la macchina, che io è Simona abbiamo da fare.


Ho abbassato la testa senza dire niente e ho cominciato a lavare i piatti mentre lui l'ha abbracciata.
-Oh Calogero, mio salvatore daquesto ingrato compito.

Le disse lei ridendo in tono scherzoso, poi mi guardò e disse.
-Sei ridicolo col mio grembiule. E scoppiarono a ridere insieme, un attimo dopo lui senza troppi preamboli la guidò in camera da letto. Casa nostra e piuttosto piccola 65mq due locali, si entra in un ingresso con corridoio sulla destra vi è il soggiorno, più avanti la cucina e alla fine del corridoio la porta del bagno, a metà corridoio sulla sinistra vi è la camera da letto in pratica se si lascia aperta la porta della cucina si vede in camera, ovviate se si lascia anche la porta aperta della camera aperta.
Calogero chiuse la porta della camera lasciando aperta quella della cucina, in modo che potevo sentire ma non vedere.
Infatti dopo poco cominciaì a sentire dei sospiri e gemiti che diventavano sempre più forti e chiari rendendo inequivocabile quello che stavano facendo, finché sentii lui emettere un grugnito e mia moglie avere un orgasmo, a quel punto avevo finito di lavare i piatti e mi sono messo a riordinare la cucina sperando che mi chiamassero in camera o di sentire ancora qualcosa, ma niente probabilmente si erano addormentati, quindi mi tolsi il grembiule e scesi in cortile a lavare la macchina di Calogero.
Verso le 16 sono rientrato in casa la porta della camera era aperta, guardai dentro mia moglie e Calogero erano sdraiati a letto lei aveva la testa appoggiata sul suo petto parlavano a bassa voce.
-Coglione fammi un caffè. Urlo lui vedendomi.
-Si subito risposi. Con la salivazione azzerata dal eccitazione, qualche minuto dopo entravo nella mia camera da letto con in mano un vassoio e una tazzina di caffè appoggiata sopra, servii il caffè a Calogero con le mani che mi tremavano dal emozione, io due continuavano a comportarsi come se io non ci fossi, fu Simona a  parlare per prima.
-Visto che bravo servetto hai? le disse dolcemente Simona.
Lui ignorò la sua affermazione e continuo ad ignorare me completamente.
-Simona hai 30 anni e ora di fare un figlio . Disse. dopo  un attimo di silenzio lei rispose
-Pensandoci bene, come sempre avete ragione voi Signor Calogero.
-Bene allora da adesso tu smetti di prendere la pillola. Disse in modo secco definitivo Calogero, come un ordine, poi si rivolse a me e mi disse.
-Tu da ora in poi castità forzata fino al nuovo ordine, pomeriggio ti prendo una bella cb 3000 e te la metto, capito?
-Si. Risposi a testa basa.
-Si cosa?
Si risponde si signor padrone, ingrato non hai rispetto.
Disse stizzita Simona.

Ero stato io un anno prima a presentarlo a mia moglie, le avevamo detto che era un mio ex datore di lavoro, non era vero, la avevamo detto così per farlo apparire ai suoi occhi un uomo vincente e importante, in oltre le avevamo raccontato che io ancora avevo un vecchio debito con lui e le dovevo dei soldi, anche questo non era vero, ma così lei avrebbe accettato la sua presenza, lo avevo aiutato a sedurla dandogli consigli e facendole confidenze, dicendole i luoghi che frequentava e gli orari in modo sembrasse la incontrasse per caso,dicendole i suoi gusti cosa le piaceva e cosa detestava.
Ero diventato il suo fedele scudiero, discreto e pronto a sparire ai momenti giusto, Calogero divenne un assiduo frequentatore di casa nostra anche e sopratutto quando io non c'ero.
Simona però sembrava non cedere alla sua corte, una volta le ho consigliato di invitarla in un ristorante molto elegante e costoso non badare a spese perché avrei  pagato io, in oltre le dissi di prendere tutto il meglio senza problemi,per far colpo.
Quando finalmente lei accettò l'invito, una sera che le avevo detto che ero in trasferta di lavoro per due giorni, passai il pomeriggio al ristorate e mi misi d'accordo col direttore.
Al momento del conto avrebbe dovuto dire.
-Si figuri signor Calogero, è stato un onore per noi averlo ospite, questa cenala offriamo noi torni a trovarci presto.
Lasciai un anticipo accordandomi che la mattina dopo sarei passato a saldare il conto.
Fu proprio quella sera che quando la riaccompagnò a casa sali da noi a bere ancora un whisky, dopo che lei glie ha servito, lui le ha chiesto di mettersi sulle sue ginocchia, incredibilmente lei lo fece dopo poco lui ha cominciato a toccarle i seni e con l'altra mano andò a sollevarle  la gonna e accarezzarle la vagina, visto che lei non diceva niente le ha accarezzato il clitoride  poi le ha infilato un dito e ha cominciato a masturbarla con una cerata violenza fino a farla godere diverse volte, poi l'ha spogliata sono andati a letto e l'ha scopata poderosamente finché tutta sudata senza fiato, l'ha sentito schizzare tutto il suo sperma bollente nella vagina, anche lei godette in modo fantastico.






sabato 1 novembre 2014

LO ZINGARO

Alessandra Sembrava rapita in estasi.
-Ti è piaciuto fare l'amore con Răzvan? Le chiese Riccardo
-Si mi è piaciuto molto. Rispose lei
-Hai goduto?
-Mi ha scopato divinamente è bravo ho goduto un mondo.
Le sue parole erano sincere, si lasciò andare ad un lungo gemito.
Riccardo era in piedi vicino al letto, Răzvan, sdraiato a fianco di Alessandra sorrise fieramente.
-E' stato meraviglioso. Sospirò lei e come per ringraziamento le accarezzò l'enorme membro che era molle ma comunque minaccioso.
Una fitta di gelosia e passione colpi Riccardo, sua moglie ora non aveva occhi che per il suo amante, il suo sguardo era pieno di gratitudine.
-Hai sete? Vado a prenderti un bicchiere d'acqua, Chiese Riccardo ad Alessandra.
-Io no, tu Răzvan? Chiese lei al uomo disteso accanto a lei
-Si . Rispose lui
-Vai a prenderle del acqua fresca per Răzvan. Ordinò Alessandra.
Riccardo si allontanò per andare a prenderle il bicchiere di acqua in cucina lasciandoli soli nelle loro effusioni.
Dopo pochi secondi tornò in camera e li trovò di nuovo allacciati, avevano già ripreso a fare l'amore.
Răzvan affondava il suo possente pene nella figa di Alessandra, cominciò ad uscire ed entrare di nuovo sempre più in fondo fino a farlo sparire completamente dentro di lei.
-Scopami, sfondami, sono la tua schiava la tua puttana la tua cagna,ti prego non fermati. Sussurrava lei.
Riccardo si stupì nel sentir pronunciare quelle parole a sua moglie, non l
aveva mai sentita parlare con quei termini.
Răzvan la stava scopava con regolarità e lentezza, ad un tratto vide la smorfia di piacere di Alessandra, folgorata da un orgasmo devastante.
Lui disse qualcosa in una lingua incomprensibile poi si inarcò godette dentro di lei schizzando possenti fiotti bianchi e viscosi ma non voleva smettere continuò con vigore e ritmo frenetico riportandola al settimo cielo finché i due sfiniti si addormentarono, lei con la testa appoggiata sul suo poderoso petto.

Răzvan aveva 60 anni era arrivato in paese due anni prima, con quelli delle giostre per la sagra del paese e non se ne era più andato, non si era mai fermato così a lungo in un posto, era uno zingaro abituato a spostarsi sempre, però in quel piccolo pesino di provincia si era trovato subito bene e si era sentito a casa, sensazione strana per lui.
Da subito aveva intrecciato una relazione sessuale con la proprietaria del terreno dove si era insediato con il suo clan e avevano montato le giostre, era una donna di42 anni vedova e molto ricca.
Quando il suo clan se ne fu andato fece lavoretti vari tipo giardiniere in qualche villetta, muratore saltuario o bracciante agricolo, poi dopo un anno venne assunto come manovale nella 'Grande fabbrica'
Così la chiamavano gli abitanti di San Martino, un industria tessile che dava lavoro a 560 persone, quasi tutto il paese.
In azienda aveva conosciuto Riccardo un operaio 39 enne, nato e cresciuto a San Martino e che lavorava in azienda da quando aveva 14 anni.
Erano diventati amici, andavano sempre in mensa a mangiare insieme, Riccardo da subito assunse nei suoi riguardi un atteggiamento servile, le andava a prendere il caffè e glielo potava al tavolo, le svuotava il vassoio e lo rimetteva negli appositi contenitori, In azienda ormai i colleghi lo chiamavano . "Il servetto del Rumeno" naturalmente in un attimo l'appellativo si era diffuso oltre che in azienda anche nel paesino dove abitavamo quasi tutti i dipendenti della ditta, da 11 anni si era sposato con Alessandra 37 anni casalinga, una donna semplice, e socievole, taglia 44 ma ben proporzionata quinta di reggiseno con le curve abbondanti e al posto giusto.
Răzvan, divenne un assiduo frequentarono di casa loro, tanto che nella scarpiera vicino al ingresso vi era un paio di ciabatte per lui insieme a quelle di Riccardo e Alessandra.
-Te le ho comprate, così stai più comodo quando stai qui. Le aveva detto Alessandra.
In effetti di tempo da loro ne passava parecchio, spesso la sera a cena volte la domenica a pranzo, sempre con la scusa di vedere le partite in Tv.
Una sera a cena, Alessandra disse.
-Răzvan, come va mio marito, sul lavoro? Sai che è molto contento di stare sotto di te, dice che è il più in gamba dei capi.
Riccardo si senti scoppiare di felicità sentendola parlare così, era riuscito veramente a farle credere che era il suo superiore.
Per fortuna Răzvan capi e rispose
-Non va male, ma deve impegnarsi di più, io lo copro e difendo con i dirigenti, ma fin che posso.
-Cercha di capirci Răzvan, noi non siamo intelligenti come te, siamo persone semplici sempre state in questo paese, tu hai viaggiato, sei arrivato qui da poco e sei già è una persona così importante.
Le disse Alessandra in modo civettuolo.
-Non so se posso tenerlo come galoppino sotto di me, sai Alessandra ce ne sono di molto più svegli. Aggiunse
-Si ti capisco ma ti prego, ci teniamo molto, tu sei uno di casa.
-Riccardo stava lì con lo sguardo a terra come un bambino rimproverato.
Aveva raccontato a sua moglie che Răzvan era stato promosso ed era diventato il suo capo.
La cosa non era vera se lo era inventato Riccardo per farlo apparire agli occhi della moglie un vincente un uomo importante,
per fortuna aveva avvertito Răzvan, in modo fosse preparato.
Glielo aveva raccontato un sabato pomeriggio che Alessandra era fuori a fare la spesa.
-Perché le hai detto questo? Chiese lui.
Dopo un attimo di silenzio diventando rosso Riccardo disse.
-Vedi, Alessandra dice che l'ho sempre fatta felice anche sessualmente, però vorrei che un altro uomo prenda il noi posto, diventando il suo amante fisso e la soddisfi molto di più, ti ho visto in doccia tu sei superdotato la faresti impazzire e di fatto diventeresti l'uomo di casa, il Padrone, mentre io diventerei solo il servo senza nessun diritto a qui spettano tutti i lavori domestici e incombenze varie.
-Bene, sono d'accordo. Le rispose Răzvan.
Da quel momento in poi Răzvan, cominciò a corteggiare Alessandra in modo spudorato anche davanti a Riccardo, le metteva le mani sulle ginocchia, le sfiorava le cosce, lei non protestava mai.
Improvvisamente quella sera con la scusa che faceva freddo Alessandra si strinse forte contro Răzvan come per scaldarsi erano seduti sul divano del salotto, Riccardo era a pochi centimetri, Răzvan comincio ad accarezzare i suoi seni attraverso la camicetta, poi nella scollatura, lei sorrise e sospirò poi si rannicchiò di più contro di lui.
Con un gesto deciso Răzvan gli incollò la bocca sulla sua e la baciò a lungo con passione, le palava i seni e la frugava nervosamente in mezzo alle cosce mentre lei lo aiutava a svestirsi.
Le fece calare pantaloni le prese in mano il pene e le passò la lingua intorno al glande, lo leccò a lungo poi lo infilò in bocca e le fece un pompino ingoiando tutto, subito dopo andarono in camera da letto, si spogliarono a vicenda del tutto e poi si sdraiarono uno sopra l'altro nel letto mentre Riccardo in piedi vicino alla porta della camera si masturbava freneticamente, assolutamente ignorato dai due.
La mattina dopo Alessandra aveva una luce negli occhi che Riccardo non aveva mai visto prima.

 

lunedì 20 ottobre 2014

RAGAZZO DELL' EUROPA

Gianna Nannini                                                                                                                           

Tu che guardi verso di me
hai visto i tori nel sonno ed hai lasciato Madrid
stai nei miei occhi e racconti le sirene e gli inganni del tuo sogno che va
tu ragazzo dell'Europa
tu non perdi mai la strada
tu che prendi a calci la notte
bevi fiumi di vodka e poi ti infili i miei jeans
tu cominci sempre qualcosa e mi lasci sospesa e non parli di te
tu ragazzo dell'Europa
tu col cuore fuori strada
tu che fai l'amore selvaggio
trovi sempre un passaggio per andare più in là
viaggi con quell'aria precaria
sembri quasi un poeta dentro ai tuoi bouleavard
tu ragazzo dell'Europa
porti in giro la fortuna tu che incontri tutti per caso
non ritorni a Varsavia per non fare il soldato
ora vivi in mezzo a una sfida per le vie di Colonia
e non sai dove andrai
tu ragazzo dell'Europa
tu non pianti mai bandiera
tu ragazzo dell'Europa
tu ragazzo dell'Europa
tu non pianti mai bandiera
tu ragazzo dell'Europa
tu non pianti mai bandiera

mercoledì 1 ottobre 2014

LIBREA DI ESSERE SCHIAVA "Venduta all' asta "



Miriam aveva passata la sua prima settimana da schiava, si sentiva in forma perfetta ed era sempre eccitata, Simone era stato comprensivo buono dolce disponibile ad aiutarla e sostenerla, davvero un bravo marito.
Ali si era dimostrato un Padrone perverso e un ottimo amante, ogni volta che pronunciava il nome "Zahrah" rivolto a Miriam lei doveva inginocchiarsi e baciarle le scarpe, per fortuna Ali lo aveva fatto solo in momenti in qui erano soli.
In azienda la loro relazione era già di dominio pubblico anche se nessuno conosceva i particolari, nemmeno Antonella l'amica collega di Miriam che le aveva consigliato di diventare l'amante di Ali dopo essere stata lei stessa la sua amante per mesi,nemmeno lei immaginava che tipo di rapporto vi era tra loro.
Ali e Miriam avevano fatto sesso tutti i giorni in quella settimana, una volta persino nei bagno degli uomini in officina, Ali si era fatto raggiungere lì da Miriam mandando le un sms dicendole l'ora precisa in qui doveva entrare nei bagni.
Lui era rimasto in piedi lei si era inginocchiata davanti a lui e aveva cominciato a baciarle il pene sulla punta poi lo leccò a lungo, quando lui le fece cenno di prenderlo in bocca, lei ubbidì iniziando il pompino, lo faceva arrivare in profondità fino in gola con grande devozione, la paura di essere scoperta da qualcuno la eccitava maggiormente.

Il venerdì Ali non andò al lavoro, verso le 16 aveva mandatò un sms a Miriam
"Questa sera dopo il lavoro fatti accompagnare a casa mia da tuo marito"
Miriam cominciò subito a bagnarsi solo leggendo il messaggio
"Questa sera devi accompagnarmi tu da Ali, vieni a prendermi al uscita del lavoro" fu il messaggio che mando a Simone.
"Va bene" rispose lui poco dopo.
Quando i coniugi arrivarono da Ali, casa sua era già affollata di uomini, chi sdraiato sul divano chi in poltrona chi sul tappeto per terra, erano una decina.
Ali prese per un braccio Miriam e la accompagnò in bagno dove vi era una donna araba.
"Preparala." Disse Ali alla donna.
La donna araba la spogliò la lavò con cura facendole un bagno caldo dentro la vasca le pettino i capelli e li raccolse facendole una coda, le trucco il viso, le fece indossate un costume da danzatrice del ventre, Chiffon con perline sulla pancia, gonna in raso, cintura In poliestere con 248 monete e un velo sul volto.
Poi andò a chiamare Ali che arrivò subito a prenderla e la portò nel soggiorno.
La fece salire su un piccolo sgabello e disse.
-Amici stasera vendo la mia schiava Zahrah, nome italiano Miriam, 29 anni sposata con marito inutile.
Simone abbasso lo sguardo si sentiva frustrato e umiliato ma nello stesso tempo eccitato. Tutti risero.
Gli uomini cominciarono ad agitarsi e fare le loro offerte, per lo più parlavano in arabo.
Simone eccitatissimo era sul punto di esplodere, vedere sua moglie venduta al asta come una schiava di altri tempi lo fece a impazzire.

Helver era un uomo piuttosto sovrappeso con uno sguardo duro e la pelle olivastra, fu lui a fare l'offerta più alta 5.000 euro per comprare Miriam "Zahrah"
-5.000 e uno, e due, e tre aggiudicata. Disse Ali
L'uomo si avvicinò a Miriam ridendo la guardo e cominciò a toccarle il seno poi il sedere, chiamo Simone con un cenno della mano, le ordino di sollevare la gonna in raso da danzatrice del ventre che indossava Miriam ancora in piedi sullo sgabello tutti videro che era bagnata, qualcuno rideva qualcuno faceva battute in arabo, qualcuno si avvicinava per veder meglio.
Helver ad un tratto strappò via la gonna la prese tra le sue braccia la attaccò al muro e la penetrò con un colpo solo.
Le fece male Helver era molto dotato, le sembrava di avere dentro una sbarra di ferro, lui le dava dei possenti colpi di reni e a Miriam sembrava non si fermasse mai, dopo un tempo indefinito Helver si scarico a lungo nel suo ventre, tutti guardavano eccitati.
Si avvicinò un uomo anziano, Helver prese la mano di Miriam e la mise sulla verga del uomo poi le ordino di masturbarlo e ordino a Simone di leccare la figa di sua Moglie piena del suo sperma, lui ubbidì prontamente. Miriam ebbe rapidamente due orgasmi di fila.
Helver chiamò un altro uomo e costrinse Miriam a succhiarglielo.
Lei si impegnò a fondo succhiandoglielo meglio che poteva e in poco tempo l'uomo le riempi la bocca del suo sperma, come le era stato insegnato lei inghiottì tutto.


sabato 20 settembre 2014

LIBERA DI ESSERE SCHIAVA “Frustata”



Miriam era sdraiata per terra, i colpi si abbattevano su di lei con intervalli regolari, il sedere era già rosso e ora Ali la colpiva anche sui fianchi e sulla schiena
Voleva gridare ma si sforzava di resistere in silenzio però si dibatteva dal dolore, Ali la stava frustando con una cintura di cuoio, le aveva legato le mani con una corda, Miriam si sentiva totalmente impotente.
Ali la prese per i capelli le alzo la testa e la spinse contro il suo sesso, Miriam senti un liquido caldo sul volto, dopo un attimo capi che era pipì ebbe un urto di vomito ma si trattenne, sentì il liquido dappertutto sui capelli in bocca negli occhi, Ali si scosto da lei e le diede un altro colpo secco con la cintura sul sedere, Miriam non resistette e urlò di dolore ma nello stesso tempo fu scossa da spasimi di piacere, dopo un attimo ebbe un orgasmo violento.

Al lavoro in azienda Miriam era riuscita ad evitare Ali, in quanto lui lavorava in officina e lei in ufficio, la loro storia era cominciata da 3 giorni, il sabato sera avevano avutola loro notte di passione, la domenica pomeriggio l'aveva usata con suo amico, ed ora la stava frustando, era proprio un amate perversa, eppure sembrava davvero una santarellina dolce con un viso angelico e i lunghi capelli castano chiaro pettinati lisci le davano ancora di più l'idea della brava mogliettina, aveva 29 anni e ne dimostrava meno da due era sposata con Simone di 32 un bel ragazzo alto fisico atletico biondo, ma non sapeva assolutamente soddisfare la moglie che voleva essere dominata, ne avevamo parlato e discusso fin dai primi giorni del loro matrimonio, ma Simone proprio non riusciva a fare il padrone.
Al uscita dal lavoro Ali la stava aspettando in auto, lei avrebbe voluto far finta di niente e tirare dritto fino alla fermata del autobus, ma appena i loro sguardi si incrociarono non ebbe più dubbi e salì in macchina.
Lui con una mano le tiro fuori i seni e con l'altra comincio a massaggiarle la vagina, incurante dei colleghi che pesavano, poi la baciò appassionatamente, Miriam fece un timido tentativo di resisterle ma poi cedette ricambiando il bacio.
Mentre Ali guidava verso casa sua Miriam mandò un sms a Simone. "Sono con Ali, non so quando torno"

Dopo averla frustata, Ali la legò al letto con le gambe divaricate e occhi bendati, ricominciò a frustarle le tette e il ventre, Miriam provava dolore e piacere, poi la lasciò lì così e se ne andò in un altra stanza, dopo qualche minuto Miriam sentì suonare il campanello, Ali apri la porta erano almeno due persone,due uomini, si salutarono in arabo e parlarono sempre in arabo tra di loro, quando sentì i passi e le voci avvicinarsi alla stanza, ebbe paura, i tre uomini entrarono, ridevano scherzavano, no capiva cosa dicevano e non li vedeva.
Qualche secondo di silenzio poi Miriam Sentì che uno dei due si avvicinava, odorava forte di sudore, si sentì le mani sopra i seni poi con un colpo secco fu penetrata da un grosso pene che cominciò a scoparla con colpi violenti, Miriam pur essendo terrorizzata godeva della situazione assurda, l'uomo non ci mise molto a godere eiaculando dentro di lei, non sapeva neanche che faccia aveva come era fatto ma si sentiva totalmente riempita e soddisfatta.

Un ora dopo, Ali e Miriam stavano mangiando sul tavolo della minuscola cucina a casa di Ali, i due uomini sconosciuti se ne erano andati subito, solo dopo che furono usciti di casa, Ali le tolse la benda dagli occhi e la slegò, Miriam non aveva neanche idea di come fossero fatti, Ali le aveva permesso di farsi una doccia, poi aveva dovuto preparare la cena, del riso e un hamburger.
Cenarono in silenzio, finito di mangiare Ali le ordinò di mettersi in ginocchio con il culo in alto che voleva frustarla ancora.
Lei senza fiatare si piego, si mise a quattro zampe, lui le appoggiò un piede sulla nuca per farle abbassare la testa fino al pavimento. Le ordinò di non muoversi e iniziò nuovamente a colpirla questa volta con un gatto a nove code.
Sentiva molto male e non resistette, si mise a piangere e supplicare Ali di avere pietà e smettere di frustarla.
Ali le disse con cattiveria che doveva imparare a subire tutto se voleva considerarsi sua schiava.
-Da oggi in poi ti chiamerai Zahrah e ogni volta che ti chiamerò così ti inginocchierai e mi bacerai le scarpe sottomessa ad ogni mio ordine, queste sono le condizioni.
Con le lacrime agli occhi dal umiliazione e dal dolere Miriam rispose
-Si Padrone.
-Bene, adesso andiamo a letto puoi mandare un messaggio a tuo marito che stanotte dormirai qui.
Le disse Ali.

Simone era in pensiero e nello stesso tempo eccitato, sapeva che era con lui e non poteva immaginare cosa stesse facendo, verso mezzanotte le arrivo un sms
"Dormo qui da Ali, ciao"
Aveva mangiato qualcosa da solo a casa, impazziva dalla voglia di sapere qualcosa di quello che stava facendo sua moglie, si eccitava al pensiero di lei con Ali.
Sarebbero stati insieme tutta la notte avrebbero dormito insieme dopo aver fatto l'amore, il pensiero lo eccitava al punto che non resistette e cominciò a masturbarsi freneticamente."Questo e il mio futuro, seghe, seghe e ancora seghe." pensò mentre eiaculava.

Miriam era rannicchiata vicino ad Ali nel suo letto, lui era stanco e soddisfatto lei le baciava il collo, avevano scopato per due volte di fila ed era stato meraviglioso lui non era stato neanche troppo brutale, Miriam "Zahrah" era soddisfatta, la mattina dopo arrivarono al lavoro in ditta insieme sull'auto di Ali.
Ormai tutti sapevano.

lunedì 1 settembre 2014

IL PLAYBOY 10

Lorenzo prese l'uscita che dava sul parcheggio dei taxi del aeroporto Schwechat di Vienna, un cielo azzurro e un bel sole lo accolsero anche se l'aria era fredda, in doppia fila accanto ai taxi vi era una Mercedes nera, scese una donna sui trent'anni bionda forse più alta di lui con un sorriso gioviale che le frecce segno di salire.
-Benvenuto a Vienna, signor Monti, sono a sua disposizione per tutto il tempo che si fermerà qui.
Le disse in inglese mentre le apriva la portiera posteriore. Jane aveva prolungato la vacanza fermandosi nella villa in Brianza di suo zio, lui dopo aver accettato la proposta di Mr Wright, cioè diventare il responsabile delle pubbliche relazioni del calzaturificio Marchi shoes, era dovuto partire subito per Vienna, dove stava per essere inaugurato un negozio Marchi shoes, nella zona pedonale al numero 2 di Seilergasse,
-Mi porta in Hotel, per piacere, sono al Sacher. Chiese gentilmente Lorenzo .
-Certo signore. Rispose la donna.
-Posso sapere il suo nome? Chiese Lorenzo
-Si, Alexandra, signore.
-Alexandra, le va di pranzare con me al ristorante del Sacher? dopo di che dovrei andare a dare un occhiata al negozio in Seilergasse, ovviamente offro io il pranzo.
-Certo signore. Rispose lei
Pranzarono nella sala principale del Sacher, una vero tempio del lusso una bomboniera forse il posto più Chic di Vienna, splendidi lampadari su un soffitto altissimo dipinti dell'Ottocento alle pareti, enormi tendaggi in damascato.
Alexandra le raccontò che aveva una figlia di 8 anni ed era sempre stata una moglie fedele, da un anno lavorava per questa agenzia di noleggio auto con conducente, finito il dolce al caffè, la specialità del Sacher, Lorenzo chiese il conto e con calma raggiunsero il negozio, fu accolto dal direttore Tobias Stürgkh e sua moglie Hildegard, una donna sui 40 anni piuttosto in carne ma che emanava però una forte sensualità, indossava un abito in flanella grigio molto aderente che metteva in risalto il seno abbondante e  i fianchi per la verità piuttosto larghi, le mostrarono il negozio con cordialità ed entusiasmo e lo invitarono a cena a casa loro la sera.
Lorenzo volle dare un occhiata alla lista degli invitati.
-Manca la contessa Melanie Von  Fünfkirchen. Chiese
Sono anni che non esce dalla sua dimora e rifiuta tutti gli inviti, Le rispose Il direttore.
Lorenzo prese il suo cellulare e fece una chiamata.
-Zio, ho bisogno di un piacere, dovresti chiedere alla contessa Melanie Von  Fünfkirchen Se può partecipare al inaugurazione del negozio qui a Vienna? Sai la sua presenza ci farebbe andare su molti giornali. Chiese.
-Si ci proverò. Rispose lo zio
-Jane e sempre li? Chiese in fine Lorenzo.
-Si è qui, credo si fermerà ancora per un po'.
-Ok, ci sentiamo ciao salutamela.
Mezz'ora dopo la segretaria della contessa lo chiamò per confermagli che la nobildonna avrebbe partecipato al inaugurazione e subito dopo le arrivò un sms.
"Tieniti libero questa sera, ci vediamo al Sacher. Laura.
Lorenzo le rispose.
"Dopo le ventitré, prima lavoro."

La serata con i coniugi Stürgkh fu in misto tra lavoro e serata spensierata, Hildegard nonostante i chili di troppo si dimostrò una donna simpatica e affascinate, aveva cucinato lei stessa un ottima Wiener Schnitzel, specialità della cucina Viennese, una sottile fetta di vitello impanata e fritta nello strutto. Servì lei stessa a tavola con in grazioso grembiulino bianco in pizzo legato in vita.
Verso le undici meno un quarto Lorenzo salutò e chiamò un taxi per farsi riportare in Hotel, aveva lasciato libera Alexandra dopo essersi fatto accompagnare dai Stürgkh, sul taxi per caso distrattamente infilo la mano nella tasca della giacca e trovò un bigliettino molto piccolo con su scritto. "Hildegard 333 65 73 773 call me up"
Rimase piacevolmente colpito dal invito a chiamarla da parte della signora, anche se al momento aveva altro per la testa.
Alle 11,05 entrò al Sacher, la vide subito indossava un tailleur grigio, la gonna era molto attillata metteva in risalto il ventre piatto e i fianchi rotondi, truccata con cura, scarpe con tacco 12 la una camicetta rossa maliziosamente sbottonata lasciava intravedere il reggiseno.
-Finalmente. Le disse appena si avvicinò.
-Sono solo 5 minuti di ritardo. Rispose Lorenzo sorridendo.
-Saliamo in camera tua? Propose Laura.
-Prima voglio sapere per chi cazzo lavori e come mani quando arrivi tu succedono sempre casini. Chiese Lorenzo cambiando tono della voce e con fare deciso.
-Ok, lavoro per la CIA, ultimamente ti abbiamo tirato fuori da qualche casino, mi pare, quindi potremmo chiederti qualche favore a breve, sempre ben retribuito, si intende.
-Che tipo di favore?
-Niente di che, raccogliere informazioni, avvicinare qualche persona che ci interessa, fai il lavoro giusto che te lo consente.
Lorenzo rimase in silenzio per un secondo.
-Dai su rilassati, non sarà niente di particolare, adesso saliamo in camera, sussurrò in tono dolce.
Appena entrati in camera lei si tolse la giacca del tailleur e sbottonò la camicetta, lui subito prese a succhiarle le tette, lei con la punta delle dita cominciò a sfiorarle il sesso attraverso i pantaloni, in un attimo lo senti ingrossarsi e diventate duro, lui le passò la mano tra le cosce era completamente bagnata, le prese il cazzo e se lo infilo in bocca, lo pompo per un po' poi lui la fece distendere sul letto e la penetrò con dolcezza, Laura comincio subito a gemere, fu una cavalcata lunghissima ogni volte che lei era sul punto di venire Lorenzo rallentava fino a fermarsi per poi ricominciare finché insieme raggiunsero un appagante orgasmo e Laura si senti inondare dallo sperma caldo, Lorenzo però continuava a scoparla rimanendo dentro di lei con il pene ancora durissimo, lei lo baciava appassionatamente sul collo e è sulle spalle, fino a raggiungere un nuovo orgasmo anche più violento del primo.
La mattina dopo, si svegliarono insieme, fecero colazione in camera.
-Non voglio diventare una spia, si sa che le spie hanno la vita breve. Disse Lorenzo a Laura.
-Invece le missioni che fai per i servizi segreti Italiani, quelli te la allungano? Sappiamo delle tue scampagnate con il Colonnello Testa. Ribadì acida Laura.
I due si rivestirono in silenzio, appena Laura uscì dalla camera Lorenzo prese il cellulare e compose il numero di
Hildegard.
-Volevo ringraziati per la bella serata di ieri sera. Disse in inglese.
-Da mezzogiorno alle due sono libera, possiamo vederci a casa mia? Propose subito lei senza perdere tempo.
-Ok a più tardi. Le rispose Lorenzo.

Hildegard indossava una gonna blu e una camicetta bianca molto scollata, appena lui varcò la soglia di casa lei le porse la bocca, si baciarono appassionatamente, lui le infilo la mano sotto la gonna, lei si mise a sogghignare e si inginocchio sul pavimento del ingresso per prenderò in bocca e lo prese fino in fondo, dopo poco lui la fece rialzare, sbaciucchiandosi andarono verso la camera da letto, appena entrati lui la spinse sul letto le tiro su la gonna fino alle anche poi di colpo la penetrò con forza,
-Oh si così ancora vestita come una troia è eccitantissimo, diceva a voce alta, oh si sto per venire. Urlò dopo poco mentre lui continuava a scoparla con forza finché si riversò dentro di lei che godeva rumorosamente dicendo oscenità.

C'era molta gente, un cantante, due giocatori del Sportklub Rapid Wien e sopratutto l'ospite d'onore la contessa Melanie Von  Fünfkirchen che richiamò l'attenzione di numerosi giornali, Lorenzo sempre al suo fianco perfettamente a suo agio sorrideva sereno mostrando un aria fresca e rilassata nonostante la nottata e la mattinata di sesso che aveva trascorso
Il negozio era illuminassimo da dei riflettori, un ricco buffet occupava un intero lato della boutique, Lorenzo rispondeva cordialmente in inglese alle domande dei giornalisti mettendo in risalto la sua classe innata e il suo Savoir-faire.
L'inaugurazione fu un successo, se ne parlo per giorni anche sui giornali più importanti come il Wienner zeitung e il Die presse.
Soddisfatti del successo ottenuto Lorenzo i coniugi Stürgkh le tre commesse già assunte a tempo pieno e Alexanda andarono a cenare al Karl Kolarik's Schweizerhaus nel Prater vicino alla famosa ruota panoramica affollato di turisti, verso le ventitré Lorenzo salutò tutti cordialmente e si fece portare in Hotel da Alexanda.
-Domani mattina partiamo alle otto dal Sacher per l'aeroporto Schwechat.
-Ultima notte a Vienna?
-Si
-E la vuoi passare da solo? Io sono libera, mio marito e via e la bambina e dai nonni.
-Ma non eri la donna più fedele del mondo?
-Non conoscevo te.


mercoledì 20 agosto 2014

LIBERA DI ESSERE SCHIAVA "Usata"


Usata
Simone da dietro la finestra vide sua moglie scendere dall'auto, era ormai l'alba, aveva passato la notte insonne nell'attesa del suo ritorno.
Miriam si diresse vero l'ingresso del palazzo, incrociò la signora Enrica che stava uscendo per andare a messa, le due donne si salutarono di sicuro l'aveva vista scendere dalla vettura di Ali e probabilmente tra poche ore lo avrebbe saputo tutto il condominio.
Miriam entrò in casa e Simone era lì ad attenderla davanti alla porta, non ci fu bisogno di chiederle com'era andata, la sua faccia, la sua espressione erano chiare, aveva passato una grande notte di passione ed era soddisfatta, stremata, ma contenta.
-Ti ho preparato la colazione. Le disse
-Grazie ma adesso ho solo bisogno di dormire, sono stanchissima.
-Vai pure a dormire, ti sveglio io quando è pronto il pranzo.
-Aiutami a spogliarmi, poi lava subito le mutandine e reggiseno, mi raccomando a mano, sono capi delicati.
-Certo amore non ti preoccupare ci penso io. Le rispose Simone.
Miriam cadde in un sonno profondo, verso le 13:30 Simone la svegliò con dolcezza, Miriam apre gli occhi pino piano, Simone la contemplò, era un'altra persona rispetto alla donna della sera prima, addirittura più bella se possibile, con un'aria radiosa, pienamente soddisfatta.
Pranzarono insieme sul tavolo della cucina.
-Tua mamma ci ha chiesto se andiamo da lei questa sera a cena? Disse Simone.
-Non so decidiamo più tardi. Rispose lei
Verso le 16 e 30 arrivò un SMS al cellulare di Miriam.
" Schiava vieni qua tra un'ora, ho voglia di un pompino." Ovviamente arrivava dal cellulare di Ali.
-Simone, stasera non andiamo a cena da mia mamma, devo essere da Ali tra un'ora.
-Ah vi rivedete già?
Disse Simone, stupito.
-Non volevi essere cornuto?
Rispose Miriam un po' seccata
-Eh si ma io...
-Basta stai zitto, adesso io sono la sua schiava e devo obbedirle. Rispose stizzita.
-Scusami amore, perdonami io io ..
Balbettò Simone ma Miriam non ascoltava già più, si era alzata dal tavolo e stava già andando in bagno a farsi una doccia prima di correre dal suo Amante-Padrone.
Simone mogio mogio sparecchiò la tavola e si mise a lavare i piatti.
Venti minuti dopo Miriam con in dosso un caftano blu e bianco in seta dei sandali raso terra, truccata come al solito in modo elegante, uscì di casa.
-Prendo la macchia. Disse distrattamente a Simone mentre apriva la porta.
-Se vuoi ti accompagno? Le chiese lui.
-No vado da sola. Le rispose lei
Dopo un attimo Simone era in bagno, prese le mutandine di sua moglie che indossava la sera prima, dal cesto della biancheria sporca, le esamino, c'erano dei residui di sperma di Ali.
Prese in mano il pene e cominciò a masturbarsi facendolo andare avanti e indietro con la mano a tutta velocità, cominciò a rantolare, il glande era rosso fuoco, avvicino gli slip di Miriam e le eiaculo addosso abbondati schizzi di sperma.

Quando Miriam suono il campanello della casa di Ali si sentiva il cuore in gola ed era già bagnata.
-Avanti. sentì gridare.
Apri la porta ed entrò, Ali era seduto sul divano, parlava con un suo amico.
Miriam era lì ferma in piedi con lo sguardo basso non sapeva cosa dire e cosa fare, non si aspettava di trovare un'altra persona, era terrorizzata ed eccitata.
-Vieni a prendermelo in bocca subito, schiava. Le disse Ali.
Docilmente Miriam andò a inginocchiarci davanti a lui, le apri la lampo dei pantaloni.
-Bevi tutto non devi sprecare neanche una goccia, capito schiava.
Le disse, mentre lei era già impegnata a succhiarglielo a fondo.
L'amico di Ali si alzò dal divano e si mise alle spalle di Miriam, le sollevo il sedere mettendola a quarto zampe.
-Non fermarti continua succhiarmelo. Ordino Ali.
Sentì che l'amico di Ali le stava aprendo le natiche con le mani, un attimo dopo con un colpo possente la inculo con brutalità, strappando le un grido.
Dopo poco l'uomo si riversò dentro di lei emettendo grugniti, quasi nello stesso momento anche Ali godette nella sua bocca.
-Adesso noi ti scopiamo schiava, dobbiamo svuotarci del tutto i coglioni. Disse Ali.
-Oh si sono a vostra completa disposizione. Rispose. Miriam.
I due uomini cominciarono a palparla dappertutto, poi la scoparono insieme, in una penetrazione doppia Ali davanti e il suo amico ancora dietro, eiacularono dentro di lei e poi sul corpo e sul viso.
Appena caddero sdraiati stanchi. Ali le ordino di andarsene.
Miriam si sentì usata come un oggetto di piacere, proprio come fantasticava con Simone fino a qualche giorno prima.
Ora invece era realtà. 


venerdì 1 agosto 2014

IL PLAYBOY 9


Jane non stava più nella pelle era entusiasta.
-Non vedo l'ora di conoscere tuo zio, un vero conte! Esclamò
-Langravio. Precisò Lorenzo.
-E un titolo che veniva attribuito nel medioevo ad un conte nominato direttamente dal Re, non da un suo intermediario come per esempio, Principe, Duca o Vescovo. Quindi non era soggetto al loro potere ma solo al Re e le sue decisioni erano comparabili a quelle di un Duca.
La Maserati Gran Turismo MC Stradale viaggiava veloce e sicura sulle ondulate strade collinari della Brianza.
-Anche tu sei Langravio? Chiese Jane.
-No mia mamma sposo un non nobile e perse il suo status
-Ah che peccato! Esclamò Jane
-Pazienza, succede. Rispose Lorenzo

La villa era maestosa ed elegante del diciottesimo secolo in stile barocchetto lombardo con stucchi fregi affreschi ringhiere in ferro battuto e un giardino incantevole, si poteva godere un bellissimo panorama sui laghi briantei e sulle Prealpi Comasche, anche se per mancanza di fondi molte stanze erano completamente vuote non riscaldate e da restaurare conservava intatto il suo fascino,  il cancello era aperto e Lorenzo entrò guidando fino davanti al ingresso principale, un uomo sui 70 anni elegante con un portamento fiero le andò in contro, quando fu abbastanza vicino per distinguere i lineamenti Jane notò subito che la somiglianza con Lorenzo era impressionante, in pratica era lui con 30 anni in più.
-Ti presento il quattordicesimo Langravio di Monza e Cavaliere d'onore del Sovrano militare ordine di Malta, Carlo Giovanni Enrico. Ghiringhellis de Mediolano
Pronunciò con aria solenne, Lorenzo
-Non dia retta a quel mascalzone di mio nipote, lo fa per impressionala, sono semplicemente Carlo.
Ribatté il nobiluomo in perfetto inglese.
-Zio, lei e Jane Wright, il mio capo.
Da perfetto gentiluomo di altri tempi le fece un raffinatissimo baciamano che impressionò molto positivamente la bella Americana già affascinata dal personaggio dalla nobiltà e dalla splendida cornice del luogo.

Dopo la brutta esperienza vissuta a Beirut*, dove avevano rischiato entrambi la vita, Lorenzo volle portare Jane nella villa di suo zio in Brianza per rilassarsi un po' nella quinte che la residenza offriva e anche per valutare la proposta che le ava fatto il padre di Jane, Mr Wright, diventare il responsabile delle pubbliche relazioni del calzaturificio Marchi shoes, quindi sempre in giro per il mondo ad organizzare eventi inaugurazioni di nuovi negozi, fiere, party e cocktail vari, per un playboy come lui quello era il suo habitat naturale e lo stipendio sarebbe stato ottimo, ma alla fine voleva dire anche lavorare molte ore in più con molto più impegno e quindi meno tempo per i suoi piaceri.
Furono dei giorni molto rilassanti nella villa dello zio, Lorenzo e Jane oziavano, prendevano il sole, facevano sesso, a volte la cavalcava con impeto quasi violento tra gemiti e urla di piacere a volte con dolcezza, ora che Jane aveva perso la sua verginità non vi erano più limitazioni, Jane accettava tutto, era come una bambola nelle sue mani, scopavano a lungo lei gemeva mentre lui entrava e usciva finché si scaricava dentro di lei,
Il quattordicesimo Langravio di Monza e Cavaliere d'onore del sovrano militare ordine di Malta, Carlo Giovanni Enrico. Ghiringhellis de Mediolano era un uomo molto discreto, appassionato di cavalli e come il nipote di belle donne, si vedeva poco in giro per la casa e i due amanti avevano la massima libertà di dare sfogo alle passioni d'ovunque, la servitù era ridotta all'osso sempre per via dei soldi che scarseggiavano e molto impegnata per le dimensioni della dimora, comunque tutto andava avanti con tranquillità.
La domenica passeggiarono per le vie del paese in festa, mangiando polenta, formaggi e salumi, bevendo vino bianco di Montevecchia, molto simile al Chablis, seduti ad uno stand.
Tornarono in villa nel pomeriggio, passarono dalla cucina per prepararsi un caffè e rimasero entrambi di stucco vedendo la cuoca china sul lavello della cucina che veniva presa da dietro dal Nobiluomo, mentre con la mani le massaggiava i seni prosperosi lei sussultava come se ricevesse delle scosse elettriche, i due non si accorsero neanche del loro arrivo.
Jane con immensa sorpresa di Lorenzo fece una cosa che non si sarebbe mai aspettato, andò a mettersi al fianco della cuoca anche lei china sul lavello, alzo la gonna e comincio ad ondeggiare il sedere in un chiaro segno d'invito, il Nobiluomo non ci penso due volte uscì dal sedere della cuoca e subito si incollò alle sue natiche la penetrò con un colpo secco e cominciò il suo va e vieni mentre la cuoca massaggiava le tette a Jane poi le infilo le dita nella vagina mentre con l'altra mano apriva le natiche per agevolare l'entrata di Carlo, l'Americana cominciò ad urlare di piacere, lo zio di Lorenzo al improvviso uscì dal suo sedere la giro e comincio a leccarle i seni mentre lo infilava nella figa, la scopò con entusiasmo e dopo qualche minuto finirono per godere insieme in preda ad un  orgasmo violento.
Subito la cuoca prese in bocca l'uccello del Nobiluomo e con devozione comincio a ripulirlo, Lorenzo guardò la scena immobile senza scomporsi, non si aspettava quella vitalità da suo zio.

Alle sei del pomeriggio era tutti e quarto seduti sulla terrazza a prendere un aperitivo, chiacchierando del più e del meno, la cuoca dopo aver guardato l'orologio si alzò dalla sedia dicendo.
-Devo andare a preparare la cena.
Proprio nel moneto in qui suonò il cellulare di Lorenzo.
-Good evening Mr. Wright, I thought about it and decided to accept his proposal.
Rispose Lorenzo.
La vacanza era finita.

* Vedi episodio Il playboy  8