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venerdì 1 maggio 2015

IL BANDITO


Parte prima

Quando Gaetano Usci di prigione aveva sessant’ anni di qui trenta passati in carcere, conservava però la sua arroganza e spavalderia di quando era un giovane che voleva avere tanti soldi e fare la bella vita senza la seccatura di dover lavorare.
Ad attenderlo al uscita Don Maurizio il parroco del paese dove era nato e cresciuto che aveva più o meno la sua età ed era diventato il suo padre confessore quando era finito in carcere, oltre a Don Maurizio vi era la giovane coppia di parrocchiani con i quali e si erano scritti parecchio e si erano resi disponibili  ad offrirle ospitalità per i primi tempi, in quanto proprio no sapeva dove andare.
Lei Maria era una bella donna di 31 anni molto seria che frequentava la parrocchia ed era sempre molto attiva nella beneficenza, la classica brava signora di un eleganza sobria ben tenuta, lui Federico 35 anni un bell’ uomo alto e sportivo, lavorava in banca e stava facendo una bella carriera, anche lui frequentava la parrocchia e allenava la squadra di calcio dell’oratorio, ragazzi dai 15 ai 20 anni che partecipavano ai vari tornei.
Federico amava la moglie alla follia e la adorava come una dea, si conoscevano da quando erano ragazzini e tutti e due frequentavano l’oratorio,  da subito si erano messi insieme lei aveva 16 anni e lui 20 poi si erano fidanzati e qualche anno dopo si erano sposati.
Don Maurizio era la loro guida spirituale.
-Finalmente ci conosciamo di persona. Disse Maria allungando la mano per stringergliela, in effetti non si erano mai visti prima, Gaetano aveva scontato la sua pena in un carcere a un centinaio di chilometri dal loro paese, luogo che era profondamente cambiato dai tempi in qui Gaetano seminava il panico,  era finito in carcere più o meno quando Maria stava per nascere, lei lo aveva già visto in foto su vecchi giornali in paese ancora si parlava delle sue gesta di bandito, quando aveva rapinato l’ufficio postale, quando aveva sequestrato la figlia del proprietario di una industria e poi era diventato il suo amante, di come aveva sottomesso le bande rivali diventando il capo di tutta la malavita della zona.
Di certo Gaetano era un tipo carismatico, anche se ora era un po’ sovrappeso e aveva perso i capelli le rimaneva lo sguardo spietato in certi momenti addirittura ipnotico e l’aria arrogante.
I quattro salirono sulla BMW di Federico per tornare a casa, Don Maurizio si sedette a fianco a Federico che guidava e Maria si sedette dietro con Gaetano, per quasi tutto il tempo parlò solo Don Maurizio, raccontando aneddoti dei tempi che furono e facendo molte raccomandazioni a tutti soprattutto al ex detenuto Gaetano che ascoltava in silenzio.

Arrivati a casa, Federico e Maria fecero vedere l’appartamento a Gaetano, era un ampio 3 locali di 90 mq, dal ingresso si accedeva al soggiorno con balcone, la cucina due camere e il bagno, lo fecero sistemare nella camera più ampia con il balcone, la loro era leggermente più piccola con la finestra.
Mentre Gaetano si faceva una doccia, Maria si mise a preparare il pranzo e Federico apparecchiò la tavola, don Maurizio li saluto e tornò in parrochia.
Quando Gaetano finì la doccia si mise l’accappatoio in morbida spugna che le avevano preparato e usci dal bagno.
-Don Maurizio è andato? Chiese.
-Si. Le risposero.
-Bene, allora ditemi subito siete riusciti a procurarvi quello che vi avevo chiesto?
-Si una Beretta 92 una Glock 17 e una Smith & Wesson 9 mm. Rispose Maria.
-Bravi, niente male per dei principianti. Esclamò Gaetano.
-Principianti ma con un grande maestro. Rispose Maria.
-Il vostro maestro che adesso è qui finalmente è con voi.
Gaetano si sedette su una sedia della cucina.
-Adesso ho voglia di un pompino, Maria, vieni qui. Ordinò
Maria avvicinò e si mise in ginocchio davanti a lui gli tirò fuori il cazzo grosso e già duro.
-Me lo devi succhiare tenendo le mani dietro la schiena, mi raccomando.
Maria si diede da fare per darle piacere senza farlo venire in bocca.
-Tu  spogliati. ha ordinato Gaetano a Federico.
-Pensa che tra poco il mio grosso cazzo sfonderà culo di tua moglie mentre tu non l’hai mai inculata, è vero che non l’hai mai inculata come mi ha scritto nelle lettere che mi spediva in carcere?
-Si. Rispose Federico.
-Si chi? Urlò Gaetano.
-Si Padrone. Rispose Federico.
-Vuoi che la sfondi bene tua moglie?
-Si Padrone.
-Allora adesso tu schiava Maria mettiti a quadro zampe con le reni inarcate.
-Subito Padrone. Rispose Maria mentre eseguiva l’ordine.
-Tu aprigli le chiappe con le mani. Ordinò Gaetano.
Un attimo dopo Maria senti il glande di Gaetano entrare nel culo.
-Schiava vuoi che ti inculi?
-Si Padrone.
-E tu cornuto vuoi che inculi tua moglie?
-Si Padrone.
Gaetano comincio piano piano a penetrale spingendo fino in fondo e muovendosi sempre più velocemente.
-Ti piace porca?
-Si Padrone.
-Diventerai la mia schiava svuota-coglioni.
-Si Padrone.
Maria aveva la sensazione di essere spaccata in due, ma il dolore non era cosi tremendo come credeva.
Gaetano affondò il suo pene completamente nel condotto e comincio ad andare e venire.
-Cornuto ti piace vedere tua moglie sverginata nel culo dal mio cazzo?
-Si Padrone.
Maria sentiva crescere un godimento fortissimo, Gaetano fini eiaculandole nel culo e questo aumentò il suo godimento.
Federico lo aveva bello duro e se lo stava menando ma Gaetano gli proibì di godere e si fece servire un prosecco. 
-Allora siete convinti di quello che mi avete scritto e volete andare avanti?
Volete davvero diventare i miei schiavi e assistenti nei vari colpi che ho intenzione di mettere a segno?
-Si Padrone. Risposero in coro.
-Avete contattato le persone che vi ho detto?
-Ne abbiamo trovato solo tre, gli altri sono morti o in carcere.
-Chi sono?
-Carmelo Russo detto Dumbo, Angelo Cammarrata detto Turco, Salvatore Rizzo detto orso.
-Bene voglio vederli tutti e tre qui stasera a cena, chiamateli e fateli venire qui.