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sabato 27 febbraio 2016

IL DIARIO DI ILARIA



Sabato 23 gennaio

Io e Artor siamo appena rientrati dalla nostra settimana di vacanza, siamo partiti domenica scorsa con l’auto di Roberto e siamo andati in riviera in un alberghetto gestione famigliare che conosce il mio amante Artor
Il signor Alfio il proprietario del self service dove faccio la lavapiatti al inizio non era d’accordo a concedermi la vacanza cosi al improvviso poi ha parlato con Artor che lo ha convinto
Roberto è rimasto a casa eravamo solo io e lui. Ha detto che non lo voleva tra i piedi per una settimana e in oltre doveva addestrarmi a diventare la sua schiava.
Mi ha fatto indossare una gonna color pastello lunga fino sotto il ginocchio, e una camicetta azzurra che dovevo tenere molto sbottonata, calze con reggicalze color crema.
In macchina durante il viaggio mi ha detto che dovevo chiamarlo Padrone e ringraziarlo ad ogni suo ordine.
-Se ti ordino di spogliarti devi farlo anche si ci sono altre persone.
-Non puoi chiedermi questo, io voglio ubbidirti ma voglio essere solo tua. Le ho detto.
-O ti spogli davanti a chi ti ordino o ti mollo subito. Mi rispose lui con tono duro.
Stavo per mettermi a piangere e mi sentivo smarrita.
-Io ti amo Padrone mio, ma mi vergogno troppo.
Artor fu in removibile, se volevo essere la sua amante schiava dovevo obbedirle ciecamente.
Alla fine le dissi
-Va bene farò tutto quello che mi chiedi.

Per tutta la settimana facevamo l’amore tutta la notte e di giorno lunghe passeggiate in riva al mare, come due fidanzati, il venerdì mi ha portato da una parrucchiera mi ha fatto tagliare i capelli molto corti, prima mi arrivavano sotto le spalle e ne ero fiera erano molto belli, spesso li raccoglievo con la coda di cavallo, ma quando uscivo con lui li tenevo sciolti, in oltre  fare la tinta biondo platino, e adesso sembro una puttana.

venerdì 19 febbraio 2016

IL DIARIO DI ILARIA




 Venerdi 15 Gennaio

Artor mi toccava i seni con la mano destra, io lo abbracciavo mentre lui con la mano sinistra mi accarezzava il pube, eravamo sul divano del soggiorno, Roberto che era rientrato da qualche minuto era in cucina a preparare la cena.
Artor con un dito mi solleticava  leggermente  il clitoride, il mio corpo vibrava di piacere, nel pomeriggio avevamo già  fatto una scopata incredibile e avevo goduto in un tempo che mi era sembrato infinito, nonostante questo avevo ancora voglia di lui.
Mi sono messa in ginocchio davanti a lui e le ho tirato fuori l’uccello dai pantaloni e glielo ho preso delicatamente in bocca, lui che in casa era scalzo ha cominciato ad accarezzarmi la fica col piede nudo, era divino, avevo il suo pene infondo alla gola. Vergognandomi un po’ ho pensato a mio marito che stava preparando la cena.
Artor mi ha ordinato di andare a sedermi su di lui voltandole le spalle, mi sono impalata su di lui fino in fondo mentre lui mi pizzicava i capezzoli facendomi tremare di piacere e scatenandomi dei brevi ma violenti orgasmi poi lui ha cominciato ad aumentare sempre di più il ritmo.
Il piacere che ho provato è stato cosi forte che tremavo e piangevo.
Non mi ero neanche accora  che Roberto era sulla porta del soggiorno a guardarci.
Balbettando ho detto a Artor che che non avevo mai goduto tanto in vita mia.
-Sei una cagna viziosa. Mi ha detto il mio amante.
-Grazie amore, hai ragione sono la tua cagna viziosa, la tua porca, la tua schiava adorante.
Le ho risposto.
Voglio essere tua in modo totale appartenerti, voglio essere la tua schiava. Le ho detto.
-Anche io ti voglio sottomessa ai miei desideri. Mi ha risposto lui.
-Prendiamo una settimana di ferie tutti e due e andiamo via noi due soli.
-Sono disposta a venire ovunque e fare qualsiasi cosa.
In quel moneto mi sono accorta che Roberto si stava masturbando.
Cosa fai sporcaccione?le ho urlato, lui si è visibilmente imbarazzato.
-Senza neanche chiedere il permesso ad Ator, vergognati.
-Scusatemi ma vedervi cosi intimi cosi appassionati mi ha eccitato tantissimo e non ho saputo resistere.
-Da ora in poi tu non toccherai più tua moglie che ormai è mia, hai sentito è la mia schiava e non voglio che tu la tocchi più e quando vorrai sfogarti facendoti una sega devi chiedere il mio permesso e se io non ci sono quello chi Ilaria che poi mi riferirà, è chiaro.
-Si signore. Ha risposto Roberto.
-Bene ora ci servirai la cena. Ha ordinato Artor.



giovedì 11 febbraio 2016

"HEROES"




David Bowie

I, I will be king - Io, io sarò re
And you, you will be queen - E tu, tu sarai la regina
Though nothing will drive them away - Sebbene niente li porterà via
We can beat them, just for one day - Li possiamo battere, solo per un giorno
We can be Heroes, just for one day - Possiamo essere Eroi, solo per un giorno

And you, you can be mean - E tu, tu puoi essere mediocre
And I, I'll drink all the time - E io, io berrò tutto il tempo
'Cause we're lovers, and that is a fact - Perché siamo amanti, e questo è un fatto
Yes we're lovers, and that is that - Si siamo amanti, è proprio così

Though nothing, will keep us together - Sebbene niente ci terrà uniti
We could steal time - Potremmo rubare un po' di tempo
just for one day - per un solo giorno
We can be Heroes, for ever and ever - Possiamo essere Eroi, per sempre
What d'you say? - Che ne dici?

I, I wish you could swim - Io, io vorrei che tu sapessi nuotare
Like the dolphins, like dolphins can swim - Come i delfini, come i delfini nuotano
Though nothing, - Sebbene nulla,
nothing will keep us together - nulla ci terrà uniti
We can beat them, for ever and ever - Possiamo batterli, ancora e per sempre
Oh we can be Heroes, -  Oh possiamo essere Eroi
just for one day - anche solo per un giorno

I, I will be king - Io, io sarò re
And you, you will be queen - E tu, tu sarai la regina
Though nothing will drive them away - Sebbene niente li porterà via
We can be Heroes, just for one day - Possiamo essere Eroi, solo per un giorno - Possiamo essere noi, solo per un giorno

We can be us, just for one day - Possiamo essere noi, solo per un giorno





We're nothing, and nothing will help us - Siamo un nulla, e nulla ci aiuterà
Maybe we're lying, -  Forse stiamo mentendo,
then you better not stay - allora è meglio che tu non rimanga
But we could be safer, - Ma potremmo essere più al sicuro,
just for one day - solo per un giorno

Oh-oh-oh-ohh, oh-oh-oh-ohh, - Oh-oh-oh-ohh, oh-oh-oh-ohh
just for one day - anche solo per un giorno


martedì 9 febbraio 2016

IL DIARIO DI ILARIA



Martedi 12 Gennaio

Domenica Artor e venuto a pranzo da noi, ogni tanto ci baciavamo appassionatamente ignorando Roberto, mi abbandonavo tra le sue braccia, dopo aver pranzato mio marito ha detto.
-Sbrigo io la cucina non preoccupatevi andate pure in camera, se volete.
Ovviamente non ce lo siamo fatti dire due volte.
Artor mi ha spogliato in fretta mi ha buttato sul letto e ha cominciato a scoparmi, io emettevo dei forti mugolii di piacere mentre il suo grosso pene si infila dentro di me e cominciavo a seguire i colpi che ricevevo da lui, lo sentivo dirmi frasi volgari, sembrava che non smettesse mai di scoparmi, lo stringevo con i muscoli vaginali e mi muovevo attorno a lui.
-Sei la mia troia, la mia vacca. Mi dice.
-Si sono la tua puttana la tua schiava, faccio tutto quello che mi chiedi. Dico sussurrando in estasi di piacere.
Mentre vengo travolta da un  violento orgasmo, lui è esploso svuotandosi dentro di me facendomi dono de suo sperma che per me e come un elisir.

Dopo un paio di ore Roberto è entrato in camera portando il caffè, io stavo dicendo a Artor quanto era stato meraviglio e che non avevo mai provato una cosa simile in vita mia, lo riempivo di baci.
-Sei stupendo, il più grande amatore del modo. Le dicevo.
Ator dopo aver bevuto il caffè mi ha ordinato a Roberto.
-Vai in bagno a perdere una bacinella e vieni qui.
Mio marito si è affettato ad eseguire senza fiatare.
-Adesso la tieni qui cosi fino a quando ho finito di pisciarci dentro. Ha detto Artor.
Roberto con molta pazienza è rimasto li con la bacinella in mano mentre lui tranquillamente ci pisciava dentro, quando ha finito io con dei fazzolettini umidificati ho accuratamente pulito i genitali.
Uscendo dalla porta Roberto ha chiesto.
-Per che ora devo servire la cena?
-Per le otto, adesso sparisci e chiudi la porta. Le ha detto Artor.