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sabato 1 aprile 2017

AMANTE-PADRONE 2



La mattina dopo era il giorno di Natale alle 10  Alfio e Miriam stavano ancora dormendo abbracciati in camera da letto, Io che non avevo dormito tutta la notte ero già in piedi da ore, mentre rimettevo in ordine dalla sera prima, pensavo ancora a Miriam avvinghiata al corpo di Alfio il suo membro che la penetrava e scopava in modo lento e infinito, al suo viso bello e beato e alla sua espressione quando ha goduto, mi ero messo il grembiule che aveva portato Alfio per me quello usato da cuoca in cotone pesante, avevo voglia di ringraziarlo e dirle di considerarmi suo servo.
Stavo cominciando a preparare la tavola in soggiorno quando suonò il campanello.
Momento di panico, rimasi immobile qualche secondo e poi andai ad aprire dopo essermi tolto il grembiule.
Erano mia suocera e mia cognata, mamma e sorella di Miriam.
-Ah ciao siete già qui. Esclamai.
-Certo siamo venute prima per dare una mano. Ha risposto la sorella.
Sono entrate io ero rosso in volto e non sapevo cosa fare situazione a dir poco imbarazzante.
-Miriam dorme ancora è stata poco bene. Ho detto mentre andavano in cucina.
-Niente di che, ma sta ancora riposando.
Sono andato in camera.
Ho svogliato i due amanti e sottovoce ho detto 
-Scusate se vi sveglio, ma sono già qui tua mamma è tua sorella. Rivolto a Miriam 
I due si svegliarono Alfio era calmo e tranquillo mentre Miriam comincio subito ad agitarsi.
-Oddio cosa facciamo. Esclamò .
-Stai calma. L'ha rassicurata Alfio.
-Trovate una scusa per farle uscire di casa anche per pochi minuti, io sto qui fino al momento buono poi me la scigno in fretta.
Miriam le diede un bacio sulla guancia. 
-Si amore, hai sempre la soluzione giusta. Gli ha detto  in modo languido.
Miriam si è messa una  e vestaglia ed è uscita, ha salutato mamma e sorella visibilmente agiata 
Mantenere la calma non è stata una cosa facile, ci sono voluti parecchi minuti prima che mi venisse in mente qualcosa.
-Simona e Monica, ho bisogno di voi dovete venire con me giù in cantina, devo prendere qualche bottiglia di vino per il pranzo.
-Non puoi fare due viaggi. Rispose mia suocera.
-No meglio che andate giù una volta sola, io sono ancora in vestaglia meglio che lo accompagnate. Disse Miriam 
-Bah va bene, rispose seccata Simona, mia suocera.
Arrivati giù in cantina, ho cercato di guadagnare più tempo possibile fingendo di cercare le bottiglie che sapevo esattamente dove erano.
-Ma tutto sto vino devi portare su? Ha detto Monica mia cognata.
-Si ci vuole. Ho risposto sempre più imbarazzato.
Rientrati in casa quando Miriam mi ha fatto un sorriso e un piccolo gesto con la testa, ho tirato un sospiro di sollievo, Alfio era uscito da casa.

Mia moglie è andata a vestirsi e quando tornò indossava la camicetta fucsia a maniche lunghe la gonna nera con spacco laterale le calze di sera grigie fiumee, scarpe con il tacco12 e per completare l'opera proprio come Alfio voleva si mise il grembiulino in cotone bianco.
-Aspetti qualcuno di speciale ? Chiese sua mamma vedendola.
-Perché ? Rispose Miriam.
-Mahhh. Esclamò mia suocera.
Verso mezzogiorno sono arrivati mio cognato e mio suocero ci siamo messi a tavola e abbiamo consumato il pranzo Natalizio.
Intorno alle 16, 30 suonò il campanello.
-È arrivato Alfio. Disse mia moglie alzandosi da tavola per andare ad aprire, probabilmente si erano scambiati messaggi per tutto il giorno e l'aveva avvisata che stava arrivando.
-Lui è Alfio, nostro amico che tenevamo molto a farvi conoscere. Annunciò Miriam.
Mia suocera si alzò da tavola e andò a stringerle la mano.
-Piacere sono la mamma. Si presentò.
Anche tutti gli altri fecero lo stesso, Alfio si sedette a tavola al mio posto, io rimasi in piedi e andai a preparare i caffè.
Per tutto il resto del pomeriggio ci furono occhiatine di intesa, sorrisetti tra i nostri ospiti.
Io non seguivo le discussioni perché mi davo fare avanti e indietro dalla cucina, ad un certo punto però ho sentito mia suocera dire
-Oh Miriam ma il Signor  Alfio è l'uomo perfetto, ogni donna vorrebbe essere sua.
-Si è proprio un uomo superiore in tutto e per tutto, io e Filippo le siamo molto devoti, ha detto Miriam 
-Brava figlia mia. Ha esclamato mia suocera.
-Filippo, si sente così inferiore nei suoi confronti. Ha aggiunto mia moglie 
-E ha ragione. Ha detto mia cognata.

Quando se ne sono amati tutti, Alfio non ha perso tempo, la sua mano è scivolata sotto la gonna di Miriam e ha comica a baciarla, l'ha appoggiata alla parete, ha tirato su la gonna e strappato gli slip.
Lei ha allargato le cosce mettendole sui suoi fianchi aprendole la strada è donandole tutto di lei.
Alfio le infilo il suo membro gonfio e duro.
Lei senza pudore le disse.
-Lo voglio dentro tutto al massimo più che puoi, voglio sentire il tuo sperma scaldarmi lo stomaco.
Lu si eccitò ancora di più, le mise le mani dietro il sedere e cominciò ad aumentare il ritmo, scopandola come un forsennato, quasi subito lei godette, stravolta dal piacere si era persino dimenticata che ero li a guardare.
Lui le leccava il collo eccitandola finché emise un ruggito e godette dentro di lei.
Lei ha accolto con passione cercando di non perdere niente del suo liquido, finché spossati si lasciarono cadere per terra e cominciarono a baciarsi e accarezzarsi in modo famelico.
-Sono tua, sono solo tua, ti amo. Sussurrava Miriam.
Alfio mi ha guardato.
-Fila a lavare i piatti e rimettere in ordine tutto. Mi ha ordinato.
-Aspetta. Disse mia moglie.
-Prima ringrazia Alfio, su da bravo come ti ho insegnato.
Con lo sguardo basso sono andato a baciare i piedi del uomo che aveva appena usato sessualmente mia moglie.
Lui mi disse.
-D'ora in poi quando ci sono io ti dormirai sul divano, il letto spetta a me e a Miriam.
Togli le tue cose e vestiti dal armadio e mettili da qualche altra parte il tuo spazio nel armadio è mio.
Queste sono le prime regole per cominciare.
-Si va bene e grazie per quello che fate è come fate stare bene mia moglie Signor Alfio. Ho risposto

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