La mattina
dopo era il giorno di Natale alle 10 Alfio e Miriam stavano ancora
dormendo abbracciati in camera da letto, Io che non avevo dormito tutta la
notte ero già in piedi da ore, mentre rimettevo in ordine dalla sera prima,
pensavo ancora a Miriam avvinghiata al corpo di Alfio il suo membro che la
penetrava e scopava in modo lento e infinito, al suo viso bello e beato e alla
sua espressione quando ha goduto, mi ero messo il grembiule che aveva portato
Alfio per me quello usato da cuoca in cotone pesante, avevo voglia di
ringraziarlo e dirle di considerarmi suo servo.
Stavo
cominciando a preparare la tavola in soggiorno quando suonò il campanello.
Momento di
panico, rimasi immobile qualche secondo e poi andai ad aprire dopo essermi
tolto il grembiule.
Erano mia
suocera e mia cognata, mamma e sorella di Miriam.
-Ah ciao
siete già qui. Esclamai.
-Certo siamo
venute prima per dare una mano. Ha risposto la sorella.
Sono entrate
io ero rosso in volto e non sapevo cosa fare situazione a dir poco
imbarazzante.
-Miriam
dorme ancora è stata poco bene. Ho detto mentre andavano in cucina.
-Niente di che,
ma sta ancora riposando.
Sono andato
in camera.
Ho svogliato
i due amanti e sottovoce ho detto
-Scusate se
vi sveglio, ma sono già qui tua mamma è tua sorella. Rivolto a Miriam
I due si
svegliarono Alfio era calmo e tranquillo mentre Miriam comincio subito ad
agitarsi.
-Oddio cosa
facciamo. Esclamò .
-Stai calma.
L'ha rassicurata Alfio.
-Trovate una
scusa per farle uscire di casa anche per pochi minuti, io sto qui fino al
momento buono poi me la scigno in fretta.
Miriam le
diede un bacio sulla guancia.
-Si amore,
hai sempre la soluzione giusta. Gli ha detto in modo languido.
Miriam si è
messa una e vestaglia ed è uscita, ha salutato mamma e sorella
visibilmente agiata
Mantenere la
calma non è stata una cosa facile, ci sono voluti parecchi minuti prima che mi
venisse in mente qualcosa.
-Simona e
Monica, ho bisogno di voi dovete venire con me giù in cantina, devo prendere
qualche bottiglia di vino per il pranzo.
-Non puoi
fare due viaggi. Rispose mia suocera.
-No meglio
che andate giù una volta sola, io sono ancora in vestaglia meglio che lo
accompagnate. Disse Miriam
-Bah va
bene, rispose seccata Simona, mia suocera.
Arrivati giù
in cantina, ho cercato di guadagnare più tempo possibile fingendo di cercare le
bottiglie che sapevo esattamente dove erano.
-Ma tutto
sto vino devi portare su? Ha detto Monica mia cognata.
-Si ci
vuole. Ho risposto sempre più imbarazzato.
Rientrati in
casa quando Miriam mi ha fatto un sorriso e un piccolo gesto con la testa, ho
tirato un sospiro di sollievo, Alfio era uscito da casa.
Mia moglie è
andata a vestirsi e quando tornò indossava la camicetta fucsia a maniche lunghe
la gonna nera con spacco laterale le calze di sera grigie fiumee, scarpe con il
tacco12 e per completare l'opera proprio come Alfio voleva si mise il
grembiulino in cotone bianco.
-Aspetti
qualcuno di speciale ? Chiese sua mamma vedendola.
-Perché ?
Rispose Miriam.
-Mahhh.
Esclamò mia suocera.
Verso
mezzogiorno sono arrivati mio cognato e mio suocero ci siamo messi a tavola e
abbiamo consumato il pranzo Natalizio.
Intorno alle
16, 30 suonò il campanello.
-È arrivato
Alfio. Disse mia moglie alzandosi da tavola per andare ad aprire, probabilmente
si erano scambiati messaggi per tutto il giorno e l'aveva avvisata che stava
arrivando.
-Lui è
Alfio, nostro amico che tenevamo molto a farvi conoscere. Annunciò Miriam.
Mia suocera
si alzò da tavola e andò a stringerle la mano.
-Piacere
sono la mamma. Si presentò.
Anche tutti
gli altri fecero lo stesso, Alfio si sedette a tavola al mio posto, io rimasi
in piedi e andai a preparare i caffè.
Per tutto il
resto del pomeriggio ci furono occhiatine di intesa, sorrisetti tra i nostri
ospiti.
Io non
seguivo le discussioni perché mi davo fare avanti e indietro dalla cucina, ad
un certo punto però ho sentito mia suocera dire
-Oh Miriam
ma il Signor Alfio è l'uomo perfetto, ogni donna vorrebbe essere sua.
-Si è proprio
un uomo superiore in tutto e per tutto, io e Filippo le siamo molto devoti, ha
detto Miriam
-Brava
figlia mia. Ha esclamato mia suocera.
-Filippo, si
sente così inferiore nei suoi confronti. Ha aggiunto mia moglie
-E ha
ragione. Ha detto mia cognata.
Quando se ne
sono amati tutti, Alfio non ha perso tempo, la sua mano è scivolata sotto la
gonna di Miriam e ha comica a baciarla, l'ha appoggiata alla parete, ha tirato
su la gonna e strappato gli slip.
Lei ha
allargato le cosce mettendole sui suoi fianchi aprendole la strada è donandole
tutto di lei.
Alfio le
infilo il suo membro gonfio e duro.
Lei senza
pudore le disse.
-Lo voglio
dentro tutto al massimo più che puoi, voglio sentire il tuo sperma scaldarmi lo
stomaco.
Lu si eccitò
ancora di più, le mise le mani dietro il sedere e cominciò ad aumentare il
ritmo, scopandola come un forsennato, quasi subito lei godette, stravolta dal
piacere si era persino dimenticata che ero li a guardare.
Lui le
leccava il collo eccitandola finché emise un ruggito e godette dentro di lei.
Lei ha
accolto con passione cercando di non perdere niente del suo liquido, finché
spossati si lasciarono cadere per terra e cominciarono a baciarsi e
accarezzarsi in modo famelico.
-Sono tua,
sono solo tua, ti amo. Sussurrava Miriam.
Alfio mi ha
guardato.
-Fila a
lavare i piatti e rimettere in ordine tutto. Mi ha ordinato.
-Aspetta. Disse
mia moglie.
-Prima
ringrazia Alfio, su da bravo come ti ho insegnato.
Con lo
sguardo basso sono andato a baciare i piedi del uomo che aveva appena usato
sessualmente mia moglie.
Lui mi
disse.
-D'ora in
poi quando ci sono io ti dormirai sul divano, il letto spetta a me e a Miriam.
Togli le tue
cose e vestiti dal armadio e mettili da qualche altra parte il tuo spazio nel
armadio è mio.
Queste sono
le prime regole per cominciare.
-Si va bene
e grazie per quello che fate è come fate stare bene mia moglie Signor Alfio. Ho
risposto
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